L'Atc paga il conto da 200mila euro

Quasi cinquemila euro a testa nelle buste paga di una quarantina di autisti. Tre anni di braccio di ferro

Un autobus Atc (foto Frascatore)

Un autobus Atc (foto Frascatore)

La Spezia, 29 giugno 2015 - Duecentomila euro. E’ la somma totale che Atc Esercizio dovrà sborsare, e in parte lo ha già fatto, a circa quaranta autisti. Si chiude così una vertenza che teneva banco da tre anni, con tira e molla nelle udienze in tribunale e negli incontri tra azienda e sindacato. A conclusione del braccio di ferro, i lavoratori si sono visti riconoscere denari che Atc non aveva mai inserito nelle loro buste paga, legati al sistema degli sgravi e del contratto di formazione lavoro, alla base delle assunzioni tra il 2000 e il 2004. Ora, un bel gruzzolo, dai quattro ai cinque mila euro, andrà ad aumentare i loro stipendi.

Una decina di autisti lo hanno già ricevuto nel mese di maggio, gli altri lo avranno a luglio e nella peggiore delle ipotesi ad agosto. I primi rientrano nel gruppo che aveva fatto causa ad Atc tre anni fa. L’istanza era stata avviata dalla Faisa-Cisal ed aveva raccolto adesioni anche da personale di altri sindacati. Nel frattempo si era inserita la vertenza a livello sindacali, portata avanti da tutte le sigle. Sulla scia della transazione chiusa in tribunale, l’azienda ha riconosciuto le spettanze anche nella vertenza-bis, culminata con un accordo. L’esposizione finanziaria non dovrebbe toccare più tante i bilanci di ‘Atc Esercizio’ che nella fattispecie ha fatto riferimento ad accantonamenti mirati. Intanto, proprio la Faisa-Cisal, cui va la primogenitura della vertenza appena citati, prende una posizione polemica sulla recente audizione tenuta dal sindacato presso in commissione consiliare.

«La commissione – attaccano Franco Bardelli e Mario Bonafiglia – ha convocato le organizzazione diverse volte senza mai dare corso a iniziative per affrontare i problemi del trasporto pubblico. Le corsie preferenziali e la viabilità ai semafori tanto per citarne qualcuna». Bardelli e Bonafiglia rilanciano: «E’ l’ora di riaprire un tavolo tra sindacato, consumatori, azienda e istituzioni per affrontare la discussione e mettere a punto una strategia. L’esempio è quello degli incontri organizzati a suo tempo dall’assessore provinciale Maurizio Giacomelli».

Manrico Parma