Arte, una voragine da 900mila euro. Gli affitti non pagati pesano sui conti

In cinque anni gli inquilini morosi sono saliti dal 14 al 24 per cento

Gianfranco Ratti

Gianfranco Ratti

La Spezia, 19 maggio 2016 - UN «BUCO» di circa 900mila euro, che pesa per quasi il quindici per cento sugli introiti dell’Agenzia. E’ un dato monstre, quello della morosità sugli affitti degli alloggi gestiti dall’Arte della Spezia, che ogni anno si fa sempre più consistente. E’ lo specchio di una crisi che, soprattuto per il ceto medio basso, non accenna a finire, e si ripecuote inevitabilmente anche sui beni fondamentali, con le famiglie incapaci di poter pagare il canone ogni mese. I dati del bilancio 2015 dell’agenzia spezzina sono chiari. Su 5,99 milioni di euro di introiti legati al pagamento dei canoni su alloggi e locali a uso commerciale e artigianale, ne mancano all’appello 870mila euro e spiccioli, con una morosità complessiva del 14,52 per cento, in crescita dello 0,49 per cento rispetto al 2014, quando la morosità (circa 858mila euro) pesava per il 14,03% sui mancati introiti.

«La morosità corrente è però di un dato dinamico, in continua evoluzione – tiene a precisare l’amministratore delegato di Arte la Spezia, Gianfranco Ratti – che non tiene conto dei recuperi che, ormai quotidianamente, l’agenzia sta portando avanti. Non si può negare però come la morosità complessiva sia in continuo aumento, soprattutto nel settore degli alloggi a edilizia agevolata». Nel dettaglio, i mancati introiti legati agli affitti degli alloggi in edilizia sovvenzionata (Erp) – dove la media del canone è di 120 euro, ma con punte minime fino a 60 euro – sono stati pari a 454.273 euro, con una morosità pari al 12,25%. Ben più pesante la morosità sull’edilizia agevolata (Ers), dove il canone mensile medio è di 180 euro, con punte massime di 250 euro: nei 114 alloggi Arte distribuiti in provincia si è sviluppata nel 2015 una morosità corrente di 107.100 euro, con un’incidenza pari al 24,53%. Cifre importanti, a cui vanno aggiunti 200mila euro persi ogni anno per l’inesigibilità del credito.

«UN AUMENTO continuo, se si pensa che in cinque anni, dal 2010 al 2015 la morosità per gli alloggi Ers è passata da 14,03% al 24,53%, e quella negli alloggi Erp è passata dall’8,93% all’12,25% – spiega ancora Gianfranco Ratti –. Noi cerchiamo in tutti i modi di non gravare ulteriormente sui morosi, di non avvilirli ancora di più. Di furbetti non ce ne sono, piuttosto c’è tanta gente con problemi di sopravvivenza. In questi anni abbiamo creato un canale diretto con gli inquilini: approntiamo un piano di rientro personalizzabile che può arrivare anche a cinque anni. L’indigenza non è una colpa, ma non si può fare altrimenti, se si pensa che ci sono casi di famiglie morose da 38 mesi». L’amministratore unico di Arte La Spezia non fa mistero di alcune difficoltà gestionali legate alle norme attuali, e lancia un appello al governo: «Chi è all’interno di un alloggio Erp e aumenta il proprio reddito passa automaticamente a un alloggio Ers, ma chi è in edilizia agevolata e va in disgrazia, magari perchè perde il lavoro, non può passare in alloggi a canone sovvenzionato. Al governo chiedo che metta un po’ più di soldi per i recuperi delle abitazioni, più consistenza alle politiche della casa».