Antonietta, referto-flop nel mirino. E l’Asl apre un’inchiesta interna

La lezione toscana: psicologi ‘arruolati’ al pronto soccorso I FUNERALI DI ANTONIETTA-FOTO /UCCISA A SARZANA, ALLARME INASCOLTATO: ANTONIETTA ALTRE VOLTE IN OSPEDALE PER LESIONI / "VOLEVO SOLO SPAVENTARLA"/ IEMMA SI COSTITUISCE/ IL DELITTO-FOTO

Antonietta Romeo e Salvatore Iemma col figlio Salvatore e la sua compagna in un momento felice

Antonietta Romeo e Salvatore Iemma col figlio Salvatore e la sua compagna in un momento felice

La Spezia, 20 agosto 2014 -  DUE facce della stessa medaglia. Da un lato , la mancanza di una denuncia per le percosse subìte da parte della vittima , una denuncia che potesse aprire la strada a un’azione repressiva nei confronti dell’ex marito, adesso accusato di aver ucciso la madre dei suoi quattro figli con un colpo di pistola al cuore. Dall’altro , la questione aperta su quanto si sarebbe potuto fare per andare incontro alla richiesta d’aiuto di Antonietta Romeo, che soltanto pochi giorni prima di trovare la morte aveva bussato alle porte del pronto soccorso dell’ospedale di Sarzana, tornandosene a casa con un referto di 21 giorni conseguente alle lesioni riportate al costato per le botte ricevute da «persona conosciuta».

Referto che avrebbe dovuto portare all’attivazione di un procedimento d’ufficio, per lo meno contro ignoti, visto che Antonietta si era rifiutata di fornire le generalità della persona che le aveva procurato quelle lesioni . Un procedimento che, allo stato degli atti, non risulta essersi incardinato in Procura. Sono state rispettate le regole? Qualcosa non ha funzionato a dovere? Domande alle quali dovrà essere data una risposta. « A bbiamo aperto un’inchiesta interna per fare luce sull’accaduto » riferisce il direttore sanitario Andrea Conti (nella foto), riflettendo proprio sull a possibile inadempienza burocratica, ossia sulla mancata trasmissione dei referti medici dall’ospedale alla P rocura della Repubblica . Inchiesta che correrà parallelamente a quella della magistratura , nelle mani della quale sarebbe dovuto arrivare il referto medico di Antonietta Romeo.

Ma c ’è un altro perché che si fa strada. Perché l e donne, potenzial i vittim e di femminicidio, nello Spezzino non p ossono usufruire , incaso di maltrattamenti, di un percorso speciale di accesso al pronto soccorso? In Toscana esiste il c odice r osa”, un progetto che mette in rete le diverse istituzioni e competenze per dare una rapida e d efficace risposta già in ospedale. A Sarzana, invece, non esiste neppure una postazione di polizia all’interno del nosocomio. La sensazione è che manchi un collante tra i gruppi operativi: Asl, P rocura, forze dell’ordine e centri anti-violenza. S icuramente m anca personale medico e infermieristico specificamente formato, presente invece negli ospedali toscani. « Vorremo inserire uno psicologo al pronto soccorso » spiega Conti. « Dovremmo — aggiunge il direttore generale , Gianfranco Conzi — istituire una sorta di campanello d’allarme, che scatti nei casi sospetti » . Un team operativo, insomma, pronto a incoraggiare la vittima anche quando non sussistono i requisiti per una querela d’ufficio.