Acam Ambiente punta su Genova

Il divorzio con le società spezzine: addio all’indotto della carta

Un cassonetto danneggiato

Un cassonetto danneggiato

La Spezia, 18 ottobre 2014 - CON una nota di poche righe del nuovo amministratore unico, Salvatore Cappello, Acam Ambiente ha improvvisamente comunicato alle tre società alle quali aveva affidato le deleghe dei Comuni per la selezione e trattazione di carta, cartone e materiale di plastica raccolto negli speciali contenitori e destinato a entrare nel ciclo dei consorzi di riferimento che fanno capo al Conai, l’interruzione del contratto di servizio. Un fulmine a ciel sereno per le tre piattaforme della lavorazione in provincia gestite da tre società, la Tma Ambiente, che ha lo stabilimento nell’area dietro la centrale Enel e che lavora pulendo il 60 per cento di questi rifiuti e altre due aziende, una di Aulla e una di Sarzana, che lavorano rispettivamente i restanti 30 e 10 per cento. I dipendenti delle tre aziende sono in totale trentacinque, senza contare l’indotto, e da lunedì prossimo potrebbero essere licenziati. Sì, perché Acam Ambiente ha rotto unilateralmente il contratto di affidamento e di gestione del servizio speciale con le società della provincia spezzina per affidarlo a una impresa genovese che, peraltro, non ha impianti alla Spezia. Il termine scadrà oggi, sabato, da considerarsi dunque ultimo giorno di lavoro almeno per i diciannove dipendenti spezzini della Tma che era stata costituita, nel settembre del 2013, proprio e unicamente per questa attività e che si preparava a inaugurare la nuova piattaforma, a conclusione del primo anno di attività. A nulla sono valse le obiezioni di ordine sociale e giuridico opposte alla decisione di Acam Ambiente. In dieci giorni, senza che ci fosse stata contestazione o rilievo di qualsiasi tipo sulla bontà del servizio, è stata data la disdetta — come dire oggi per oggi — che ha avuto il sapore amaro, per un’azienda, di una morte annunciata. È stato presentato un ricorso d’urgenza al giudice, ma se ne discuterà alla prima udienza, fissata per l’11 novembre. ​Diverse lettere sono partite anche all’indirizzo dei sindaci dei Comuni, ma sono rimaste senza risposta o meglio senza l’ombra di un interessamento né di un intervento, almeno chiarificatore. Perdere posti di lavoro e fatturato in momenti come questo e in particolare alla Spezia non dovrebbe essere una questione da non affrontare con la dovuta prontezza e serietà. Si sa, infine, che nel pomeriggio di ieri sono stati contattati i sindacati. Ma, come detto, la scadenza della disdetta è fissata per oggi, sabato, appunto ultimo giorno di lavoro assicurato ai dipendenti diretti di Tma (ambiente) e ai dipendenti indiretti dell’indotto. Su come, a che prezzo e con quali ricadute sarà gestita la lavorazione della carta, del cartone e dei residui della plastica degli spezzini non è dato sapere. Si sa solo che la lavorazione dalla Spezia sarà trasferita a Genova. di ENZO MILLEPIEDI