La sicurezza e i barili da raschiare

Il commento

Roberta Della Maggesa

Roberta Della Maggesa

La Spezia, 24 giugno 2016 - PARTIAMO dai numeri, poco avvezzi a farsi stiracchiare: la provincia di Spezia – sì proprio quella, la stessa che nel 2011 subì qualcosa come un miliardo di danni e contò undici morti sotto le macerie dell’alluvione – ha grattato il fondo del barile. E nel 2016 mette sul tavolo, alla voce “risorse da destinarsi al servizio viabilità’’ la ragguardevole cifra di 78mila euro. I chilometri di strade che avrebbero bisogno di manutenzione sono invece 600 e due milioni e mezzo la cifra stimata per interventi necessari a garantire condizioni minime di sicurezza. Questioni di lana caprina? Mica tanto se si considera che la settimana scorsa un inaspettato nubifragio, con soli 108 millimetri d’acqua piovuti dal cielo in tre ore, ha messo in ginocchio due comuni – Arcola e Vezzano – provati da un equilibrio idrogeologico già fortemente compromesso.

IN QUESTA situazione di generale preoccupazione – e di veleni politici per il mancato allerta – il presidente della Provincia Massimo Federici ha preso carta e penna e ha scritto ai sindaci dei 32 Comuni

del territorio per segnalare che la coperta è irrimediabilmente corta e per sollecitare un intervento fai-da-te per le manutenzioni. Della serie: noi non ci arriviamo, ci pensino i Comuni per quel che possono fare. Ma i Comuni, si sa, possono fare ben poco, alle prese con problemi finanziari di identica natura. La reazione dei sindaci, trasversale, era scontata. «Una lettera offensiva». «Una presa in giro». Ora, la domanda sorge spontanea... Ma quale operazione di spending voluta dallo Stato potrà mai fregiarsi della positiva accezione di “razionalizzazione’’ se l’unica spirale capace di innescare, tutt’altro che virtuosa, è quella di un penoso scaricabarile tra gli enti locali?