Privacy, il canto del cigno

L'intervento

Igor Righetti, esperto di comunicazione

Igor Righetti, esperto di comunicazione

13 ottobre 2015 - LA CERTEZZA è che non esistono più luoghi chiusi. Non esiste più la privacy. Perché continuano tutti a pronunciare questa parola? E’ inutile. La sostanza è che non esiste. Dappertutto siamo seguiti, pedinati, spiati, controllati. Anche sui marciapiedi, quando andiamo a lavorare alla mattina. Siamo sempre inquadrati, molto più che i personaggi tv. Basti vedere le indagini condotte dalla magistratura rispetto ai fatti di cronaca. Le telecamere ormai svelano tutto e ci condannano ad essere sempre monitorati. Con l’incredibile (ma nemmeno poi tanto) sfuriata di Capuano, è venuta meno – in un sol colpo di microfono da smartphone – anche la sacralità dello spogliatoio che, improvvisamente, non è più sacro per colpa proprio di un telefonino. RISPETTO all’episodio merita fare alcune precisazioni. Intanto è andata bene al mister che il giocatore-cameraman non gli abbia fatto anche il video... Poi la prima cosa da fare per il tecnico è recarsi in farmacia e acquistare (e somministrarsi senza ricetta) un bell’ansiolitico. Dose da rafforzare in base alla posta in palio del match della sua squadra. L’altra iniziativa da intraprendere per Capuano è iscriversi a un corso di leadership. A meno che prima non venga invitato come cavia per un corso stesso: l’opposto di quello che ha fatto infatti, si insegna proprio nelle suddette lezioni di leadership. Considerazioni finali: il tecnico ha dimostrato con il suo comportamento di non essere al passo con i tempi; la comunicazione odierna non prevede un simile registro linguistico...; uno spogliatoio è fatto di persone e quindi il rischio che qualcuno possa filmare o registrare è reale. In pratica, egli voleva comunicare qualcosa, ma non conoscendo la comunicazione ha toppato con un audio trash che adesso qualcuno si divertirà a tradurre in inglese per chudere il cerchio dell’ennesima italica figuraccia. *Esperto di comunicazione