Giovedì 25 Aprile 2024

L'epoca dei mediocri

SOFIA VENTURA

E’ MORTA Virna Lisi. Ci ha lasciati una brava attrice. Ma soprattutto una grande signora, una donna bellissima, non solo per un viso e un corpo perfetti, ma per l’intensità del volto, l’eleganza dei modi, un sorriso indimenticabile. La sua bellezza sorgeva anche da una personalità forte e retta, che l’aveva portata a fare scelte costose per la sua carriera. Una bellezza che non era scomparsa con il trascorrere del tempo, anzi; il tempo aveva lasciato cadere su di lei con pudore i suoi segni, e la sua bellezza era sopravvissuta al sereno passare delle stagioni, perché espressione di una totalità, di un’anima e di un corpo. Noi degli anni del ‘baby boom’ abbiamo visto scomparire ormai tanti di quei personaggi belli, grandi, originali, talentuosi, comunque indimenticabili, nati prima della Seconda guerra mondiale, con i quali eravamo cresciuti, che ci avevano, ognuno inseguendo i propri sogni, un po’ fatto da modello. Un modello al quale aspirare, sapendo che diventare un po’ come loro, acquistare una briciola del loro fascino e della loro autorevolezza, ci sarebbe costato fatica e disciplina.  Rischia di apparire banale, luogo comune, il trito «signora mia, che tempi», ma il paragone con l’oggi è impietoso. 

IERI la bellezza di una grande signora, oggi una farfallina tatuata nell’inguine. Perché ai modelli non si volge più lo sguardo sollevando il capo, ma abbassandolo. 

LE NOSTRE società si sono appiattite, non sono diventate più democratiche, no, anzi. Sembra piuttosto che abbiano mortificato la grande speranza che dovrebbe essere propria di ogni membro di una società democratica: diventare migliore. Perché le figure di riferimento dominanti – non le uniche, sarebbe qualunquistico affermarlo, ma progressivamente dominanti –, nel grande spettacolo pubblico odierno, che tutto ricomprende, non ultima la politica, non tendono verso l’eccellenza, ma esprimono piuttosto la traduzione in stereotipi di massa di un melassoso mix di quegli istinti che sarebbe meglio rimanessero nella sfera privata, della rivendicazione arrogante dell’ignoranza e del senso comune, delle tante pornografie, dell’intimità, del dolore, dei sentimenti, che ci vengono quotidianamente consegnate dal sistema dei media. Alla ricerca dell’audience, che sia consenso politico o numero di lettori o spettatori. 

E COSÌ possiamo ricordare, noi «baby boomers», i leader politici che segnavano il loro tempo, un Nixon o un Pompidou, possiamo ricordare i divi che venivano inseguiti dai paparazzi e si sbirciavano nelle pagine dei giornali popolari, ma che mantenevano una distanza, senza invitare i fotografi nelle loro camere da letto. Possiamo ricordarli, ma dobbiamo sorbirci donne e uomini politici che si atteggiano a statisti, ma si comportano come bulletti o come starlette, dobbiamo sorbirci in tanti, troppi, ambiti la mediocrità, purché popolare e magari un po’ pruriginosa, come modello vincente.

È ANCHE per questo che una gran signora che ci lascia ci rende tristi. Anche se non ci lascia il ricordo del suo sorriso. Un sorriso diverso.