Venerdì 19 Aprile 2024

Isis, decapitate 3 donne curde. Gb: "Minaccia nucleare". Siria, diecimila soldati turchi al confine

I peshmerga curdi sono passati all'offensiva contro l'Isis. Terzo video dell'ostaggio John Cantlie

John Cantlie, il giornalista britannico in mano all'Isis (Reuters)

John Cantlie, il giornalista britannico in mano all'Isis (Reuters)

Londra, 30 settembre 2014 - I jihadisti dello Stato islamico hanno diffuso un nuovo video in cui il giornalista britannico John Cantlie, in mano ai terroristi da quasi due anni, attacca la strategia americana in Iraq e Siria. Si tratta del terzo filmato in cui appare Cantlie con indosso la tuta arancione dei detenuti di Guantanamo; nel video l'uomo è seduto a un tavolo e parla guardando direttamente nella telecamera, criticando il ricorso ai raid aerei e alle truppe irachene da parte del presidente Usa Barack Obama. 

"La capacità di fuoco aerea va bene per colpire obiettivi precisi, ma non va bene per conquistare e tenere il controllo del territorio - afferma il giornalista britannico - per questo servono truppe capaci e disciplinate ed è difficile immaginare come questa accozzaglia di esercito, con una lunga storia di fallimenti, possa diventare una fanteria credibile". 

Cantlie prosegue il suo discorso sottolineando che ci vorranno mesi prima che l'esercito iracheno sia pronto a combattere e bollando i ribelli dell'Esercito libero siriano come "indisciplinati, corrotti e incapaci". Il nuovo video è il secondo della serie "programmi" presentati dall'ostaggio britannico per condannare l'iniziativa militare della comunità internazionale nella regione, dopo quello diffuso martedì scorso. Il primo video dell'ostaggio risale invece a due settimane fa, quando Cantlie annunciò che avrebbe parlato dello Stato islamico in futuri filmati. Il giornalista britannico venne rapito in Siria nel novembre 2012 insieme al collega americano James Foley, ucciso dall'Isis lo scorso agosto. 

IDENTIFICATI I RAPITORI DELL'OSTAGGIO FRANCESE - Intanto i rapitori dell'ostaggio francese Hervè Gourdel decapitato in Algeria sono stati identificati: lo dice radio France Info.

OFFENSIVA CURDA SU TRE FRONTI - I peshmerga curdi sono passati all'offensiva contro l'Isis. Le truppe del Kurdistan iracheno hanno lanciato un attacco su tre fronti contro i jihadisti sunniti. Prima dell'alba i peshmerga curdi hanno colpito postazioni di Isis a nord di Mosul, la seconda città irachena e la prima conquistata a giugno dagli jihadisti; contro il crocevia petrolifero di Kirkuk e contro una città sul confine siriano, ha dichiarato un comandante delle truppe curde. 

Un alto funzionaio curdo ha aggiunto che i peshmerga sono entrati nella città di Rabia, al confine con la Siria, dopo aver strappato a Isis i villaggi di As-Saudiyah e Mahmudiyah. "Le nostre truppe di terra stanno combattendo nel centro di Rabia", a circa 100 km a nord-ovest da Mosul, aggiungendo che i peshmerga sono sostenuti nell'azione dall'artiglieria e dai raid aerei - senza specificare se Usa o delle forze di Baghdad - e stanno anche attaccando Zumar, a 60 km da Rabia, vicino il lago e la diga di Mosul, la più grande riserva d'acqua del Paese, già teatro di violenti scontri. 

Sia Rabia che Zumar erano state conquistate dai curdi quando a giugno Isis nella sua rapida avanzata aveva conquistato Mosul. Ma due mesi dopo gli uomini di Abu Bakr al Baghdadi, (il 'califfo' di Isis) le avevano strappate ai peshmerga. Uno degli eventi che indussero gli americani, l'8 agosto scorso, ad iniziare la campagna di raid aerei Spostandosi più a sud sempre i curdi hanno recuperato i villaggi intorno alla città di Daquq, sotto controllo di Isis dal 10 giugno. Da ultimo stanno avanzando su Al-Wahda, a 30 km da Kirkuk, la preda più ambita, ricca di giacimenti petroliferi, dove stanno incontrando una fortissima resistenza.

DECAPITATI 4 MILIZIANI CURDI, DI CUI TRE DONNE - I jihadisti dello Stato islamico hanno decapitato quattro miliziani curdi, di cui tre donne, fatti prigionieri nei combattimenti vicino alla città siriana di Kobane. Lo riferisce l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani, aggiungendo che le teste delle vittime sono state esposte nella città di Jarablus. L'ong aggiunge che le forze jihadiste continuano ad avanzare dal lato orientale verso Kobane, vicino al confine con la Turchia, e sono arrivate ormai a due o tre chilometri dalla città. Oltre 160.000 civili curdi sono fuggiti dalla città verso la Turchia dal 16 settembre scorso, quando l'Isis ha cominciato la sua offensiva. I jihadisti si sono già impadroniti di circa 70 villaggi.

GB: "MINACCIA NUCLEARE" DAI TERRORISTI - Lo Stato Islamico come minaccia nucleare. A sostenerlo è stata il ministro dell'Interno britannico, Theresa May. "L'Isis potrebbe presto entrare in possesso di armi chimiche, biologiche o persino nucleari", ha detto May, aggiungendo che questo "è il primo vero e proprio Stato terrorista al mondo". I toni allarmistici di May sono stati subito appoggiati dagli interventi di altri delegati che, insieme al ministro, hanno ripetuto che "l'Isis è una seria minaccia che dobbiamo fermare", anche perché, come ha ribadito il titolare degli Interni, "stanno operando a poche ore di volo dal nostro Paese". May, che corre anche per la leadership del partito dei Tory nei prossimi anni, ha poi ricordato un allarme lanciato dallo stesso primo ministro David Cameron: "Questa battaglia dovrà essere combattuta per molti anni in futuro. La lezione della storia ci dice che quando i nostri nemici dicono di volerci attaccare, lo vogliono fare veramente. Non dobbiamo scappare di fronte alle nostre responsabilità, ora". 

SCHIERATI DIECIMILA SOLDATI TURCHI - "Sono 10.000 i soldati turchi schierati al confine con la Siria dopo i colpi di artiglieria di domenica", scrive il quotidiano turco Zaman. Ankara è "in stato di massima allerta" in vista del via libera alle azioni anti-Isis, oggi al centro di un vertice governo-militari. Il capo delle Forze armate, generale Necdet Ozel ha informato il governo dei piani militari per estendere il "contributo turco" alle azioni della Coalizione contro l'Isis. Per Ankara è prioritaria la costituzione di una ''buffer zone'' al confine. Il governo ha presentato due distinte mozioni al Parlamento, una sulla Siria l'altra sull'Iraq. Secondo Zaman, prevedono "l'invio di truppe" sul terreno. Dopo l'avanzata verso Kobane dell' Isis, i militari turchi hanno dislocato almeno 34 mezzi corazzati lungo il confine. E tiene banco in Turchia 'l'assedio' della tomba di Sulemain Shah ad Aleppo: una quarantina di soldati sarebbero già accerchiati da un migliaio di jihadisti. Ankara è stata costretta a smentire la loro cattura.