Immigrati: il cuore non basta

Il commento

Fiorenzo Bucci

Fiorenzo Bucci

Firenze, 28 giugno 2016 - La premessa è d’obbligo: siamo di fronte ad un omicidio che va punito nei modi che i codici indicano. Non ci sono giustificazioni che possano indulgere alla clemenza. Sotto questo profilo niente è da aggiungere. Il grave episodio di Franciana propone invece una seria riflessione sull’accoglienza anche in un territorio come la Val di Cornia tradizionalmente aperto, come diceva Luciano Bianciardi, a tutti i venti e a tutti i forestieri.

Non si può disconoscere che siamo arrivati ad un punto in cui il cuore e la solidarietà non bastano. Alla Caritas di Venturina arrivano padri di famiglia la cui dignità impedisce di ricorrere ai centri di ascolto di Piombino dove tutti li conoscono. Diventa sempre più difficile poter dare una doverosa mano ad una crescente moltitudine di disperati che ci chiede aiuto. E non è una moltitudine qualsiasi: sono giovani dai 20 ai 35 anni, privi di tutto, che non conoscono la nostra lingua, che hanno religioni, costumi diversi, che spesso sono divisi da rivalità che neanche immaginiamo.

Ragazzi dalle origini più diverse per definire le quali abbiamo un’organizzazione precaria e lentissima. La conseguenza si misura in mesi e mesi di permanenza di decine di immigrati, privi di qualsiasi vera occupazione, che ospitiamo alla meglio in scuole o locali abbandonati da tempo. Al cuore e alla solidarietà di tanti volontari non può più essere delegato un fenomeno che ha dimensioni epocali. Meno che mai a chi sa bene che per ogni ospite si possono ricavare 35 euro al giorno. La strada che porta a Franciana è già molto lunga, allungarla ancora per far fronte ad altre disperazioni, senza che qualcosa in alto cambi, può diventare non più accoglienza, ma un rischio concreto di perdere ogni controllo e perfino di veder travolgere la nostra maggiore ricchezza, quella civiltà che con fatica i nostri padri hanno conquistato e ci hanno regalato.