Giovedì 25 Aprile 2024

Ilva, la Svizzera blocca 1,2 miliardi dei Riva: "No al rientro"

Per i giudici sarebbe "un'esproprazione senza un giudizio penale"

Ilva (Ap/Lapresse)

Ilva (Ap/Lapresse)

Bellinzona, 24 novembre 2015 - Nuovi sviluppi sul caso Ilva. Oggi si apprende dello stop della Svizzera al rientro in Italia di 1,2 miliardi di euro della famiglia Riva. Il tribunale federale di Bellinzona, in Svizzera, accogliendo il ricorso delle figlie di Emilio Riva, ha detto no alla consegna dei soldi che erano stati sequestrati nel 2013 alla famiglia dai magistrati di Milano in una delle inchieste sulla gestione dell'acciaieria di Taranto.  

I GIUDICI - Secondo i giudizi del tribunale di Bellinzona, la restituzione dei fondi, in questa fase del procedimento, "costituirebbe un'espropriazione senza un giudizio penale" perché i beni patrimoniali sarebbero trasformati in titoli a favore di Ilva che potrebbero non avere un valore corrispondente. Lo spiega lo stesso tribunale svizzero in un comunicato federale relativo alla sentenza del 18 novembre, ma di cui viene data notizia solo oggi.  I giudici elvetici hanno stabilito di non consegnare all'Italia più di un miliardo di euro dell'acciaieria di Taranto. Il tribunale federale ha accolto un ricorso della famiglia Riva presentato dopo che i magistrati di Zurigo avevano invece dato il via libera al rientro in Italia del denaro.

L'INCHIESTA -  I fondi erano stati sequestrati nell'ambito di un'inchiesta sul rientro in Italia, grazie al cosiddetto scudo fiscale, di denaro fatto figurare come patrimonio familiare e che invece sarebbe stato prelevato dalle casse della società. Nel maggio scorso, il gip del tribunale di Milano, Fabrizio D'Arcangelo, aveva depositato il provvedimento per sbloccare il denaro e farlo rientrare in Italia.