Bambini, vietato ammalarsi di festa. La guardia pediatrica non c’è più

Toscana sguarnita: solo Firenze ne ha una ma è riservata ai residenti

Pediatra

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Firenze, 29 febbraio 2016 -  UNA VOLTA le chiamavano guardie pediatriche, medici a disposizione dei bambini nei giorni in cui i dottori di famiglia non lavorano. Era un servizio importante per i genitori e per il territorio, perchè permetteva ai pronto soccorso degli ospedali di non essere intasati da bimbi che potevano essere visitati ambulatoriamente. Nel dicembre 2003 una delibera regionale inventò l’Acap, attività di consulenza ambulatoriale pediatrica, e nel 2004 partì una sperimentazione in 9 Asl su 12, che però venne presto accantonata. Ora c’è solo un’Acap, a Firenze, all’interno dell’ospedale Meyer. Altrove invece ci sono limitati esempi di associazioni di volontariato con guardie pediatriche la notte, il sabato e la domenica. Ma è un servizio a pagamento, con costi diversi di struttura in struttura, e spesso è solo domiciliare. In altre località ci sono poi le guardie mediche per adulti che all’occorrenza si occupano anche dei bambini. «Noi mettiamo a disposizione solo la sede, in una parte a sé stante dell’ospedale – spiega il direttore sanitario del Meyer Francesca Bellini –. Il servizio, gestito dai pediatri della Asl 10, ci permette di snellire il lavoro del nostro pronto soccorso, dove molto spesso arrivano casi gravi, non risolvibili ambulatorialmente».

L’ACAP con sede al Meyer ha due tipologie di accesso: vi viene dirottato chi arrivando al triage è giudicato come «codice bianco», ma è anche possibile accedervi prenotando telefonicamente allo 055-5662915. «Abbiamo due ambulatori il fine settimana – spiega Valdo Flori, segretario della Federazione dei medici pediatri Fimp di Firenze –. Il sabato dalle 10 alle 20 e la domenica dalle 9 alla stessa ora si alterna una decina di pediatri, che si prestano per decongestionare il pronto soccorso».

LO SCORSO ANNO sono stati visitati 9000 bambini. Un servizio importante, dunque, ma dedicato solo ai piccoli residenti del territorio della Asl 10, dunque di Firenze e di 33 Comuni della provincia. Nessun altro può utilizzarlo, neanche chi vive a Prato, Pistoia e Empoli, nonostante la Asl ora sia di area vasta. Negli altri territori ci si deve rivolgere ai pronto soccorso degli ospedali. Al San Giuseppe di Empoli, per esempio, i bambini hanno un percorso interno diversificato, ma prima passano dall’accettazione-triage che è comune per tutti. In media ne usufruiscono 70mila bambini all’anno, ma i codici bianchi finiscono in mezzo a quelli a maggiore intensità. Stessa cosa accade a Prato e Arezzo: ci si rivolge al pronto soccorso dei «grandi» e poi si imbocca una via privilegiata interna. Da tempo però il sindaco di Prato Matteo Biffoni, fresco babbo e in procinto di avere il secondo figlio, ha proposto - prima all’Asl 4 poi a quella di Area vasta - l’introduzione del pronto soccorso pediatrico nella sua città. Ma ad oggi è rimasto inascoltato. Anche all’ospedale Versilia e a Cisanello (Pisa) c’è una struttura dedicata ai bambini. Mentre a Firenze un analogo servizio nascerà entro fine anno nel San Giovanni di Dio a Torregalli. Dunque, per il momento, tranne che nel territorio fiorentino, laddove il malessere del piccolo non è tale da dover ricorrere all’ospedale, sono davvero poche le alternative. Meglio certo non averne mai bisogno, ma soprattutto mai nel fine settimana.