La tragedia dei tre sub morti: nelle bombole monossido di carbonio in misura letale

Rimane ora da capire come sia stato possibile che le bombole contenessero monossido di carbonio LA TRAGEDIA DEI TRE SUB MORTI: SLITTANO GLI ACCERTAMENTI SULLE BOMBOLE / IL FUNERALE DEL DOTTOR GIAIMO - FOTO / LA CERIMONIA FUNEBRE PER ENRICO CIOLI E GIANLUCA TREVANI - FOTO/ I RISULTATI DELLE AUTOPSIE / LA TESTIMONIANZA / "HO FORNITO IO LE BOMBOLE AI SUB" / C'E' UN INDAGATO / I COLLEGHI RICORDANO IL DOTTOR GIAIMO

I tre sub morti alle Formiche: Giaimo, Cioli e Trevani

I tre sub morti alle Formiche: Giaimo, Cioli e Trevani

Grosseto, 21 agosto 2014 - Secondo le prime risultanze dell'esito della perizia ordinata dalla procura di Grosseto, nelle bombole dei tre sub morti domenica dieci agosto in un'immersione alle Formiche c'era monossido di carbonio. La sostanza è stata trovata anche nel sangue dei tre sub  perugini Fabio Giaimo, Enrico Cioli e Gian Luca Trevani.  

E' quanto si apprende in merito agli accertamenti disposti dalla procura di Grosseto che indaga sui decessi. Da quanto emerso le tracce rilevate sarebbero state in misura letale. I risultati dei controlli sulle bombole, effettuati da una ditta di Osio (Bergamo), saranno ufficializzati domani. Già le autopsie effettuate il 13 agosto avevano contemplato, tra le ipotesi, che i tre sub potessero essere morti avvelenati. Rimane ora da capire come sia stato possibile che le bombole contenessero monossido di carbonio: se il problema ha riguardato le apparecchiature per caricarle o l'ossigeno stesso, se l'errore sia stato umano, se si sia verificato a terra, nel diving, o se le bombole possano essere state ricaricate a bordo dell'imbarcazione con cui i sub si erano recati alle Formiche. Motivo per cui saranno necessari ulteriori attività investigative.

Fino a oggi unico indagato dalla procura di Grosseto, come atto dovuto - ma non è escluso che altre persone possa essere coinvolte -, è il responsabile del diving Abc di Talamone, che aveva messo a disposizione le bombole. Il suo avvocato, Riccardo Lottini, presenterà ora un'istanza per effettuare accertamenti su tutte e 30 le bombole sequestrate dalla procura, non solo su quelle dei sub morti, e anche sui computer che le tre vittime avevano al polso per le immersioni.

 

E'  "prematuro e frettoloso" affermare che il titolare del diving di Talamone, Andrea Montrone, "sia sicuramente responsabile" della morte dei tre sub, sottolinea l'avvocato Riccardo Lottini. "Effettivamente", dagli esami, spiega, è emerso "che la causa più probabile della morte sia da rinvenirsi nell'intossicazione da monossido di carbonio".

 

Se il risultato fosse stato diverso, "sicuramente il procedimento per il mio assistito si sarebbe già concluso e nel migliore dei modi". Ma comunque l'accertamento della presenza di monossido "costituisce solo il primo passo per una corretta ricostruzione dei fatti. Molti aspetti della vicenda devono ancora essere approfonditi, primo fra tutti come il monossido sia potuto entrare nelle bomboleMontrone, che ha fornito le bombole al gruppo di Perugia, ma anche agli altri sub che domenica erano sulla barca del centro di diving, ha infatti tenuto un comportamento identico a quello da lui seguito in altre centinaia di casi in cui non si e' mai verificato nulla, non comportandosi in modo dissimile da come si comportano molti altri centri diving in Italia e nel mondo".

 

Il legale spiega poi che sta svolgendo ricerche in tal senso: ad oggi "non ha ancora trovato precedenti analoghi", cioe' di sub deceduti a causa del monossido. Dunque "appare ancora necessario capire come si sia potuta verificare, in questo caso, una tragedia di tali proporzioni, prestando tutte le cautele". La difesa di Montrone sta acquisendo informazioni e compiendo valutazioni "proprio per contribuire a fornire risposte a tali quesiti": i risultati li mettera' a disposizione della procura. "Al di la' di queste doverose precisazioni, prima di colpevolizzare e emettere giudizi affrettati, appare altrettanto doveroso sottolineare l'assoluta buona fede del Montrone" che quel giorno ha "utilizzato bombole provenienti dallo stesso lotto da cui provenivano le bombole utilizzate dai tre sub e la sua correttezza nel mettersi completamente a disposizione delle Autorita' per fornire il proprio contributo per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Il tutto nel rispetto piu' assoluto del dolore" dei familiari dei tre sub, colpiti da una tragedia che, qualunque siano le conclusioni della vicenda processuale, "lascera' un segno indelebile anche nel sig. Montrone".