La strada venduta e chiusa al traffico: rabbia di residenti e commercianti

Auto off limits in via Monte Cengio: 'gioco dell'oca' per le auto

La strada chiusa e 'venduta'

La strada chiusa e 'venduta'

Grosseto, 18 aprile 2015 - 250 metri  di asfalto. 250 metri di polemiche. Si tratta di via Monte Cengio, che collega via Podgora con via Monterosa. Quella che costeggia la zona dove fino a qualche anno fa sorgeva il campo di calcio della Nuova Grosseto. Da circa 10 giorni è stata chiusa perché i proprietari se la sono ripresa dal Comune, che l’aveva in uso per garantire la circolazione dei veicoli fino al momento in cui non si fosse resa necessaria la chiusura per il completamento della lottizzazione. In barba all’urbanizzazione della zona e soprattutto infischiandosene di chi ci vive e soprattutto ci lavora.

Da via Monterosa, infatti, per arrivare in via Aurelia Sud (circa 700 metri di strada) adesso bisogna fare un giro lunghissimo, in pratica bisogna percorrere tutta via Podgora. «E’ stata fatta una cosa sbagliata – inizia Alberto Salvini -. A parte le abitudini che si possono sempre cambiare, quello che non torna è che il Comune ha chiuso una strada senza comunicarlo a nessuno e soprattutto senza creare una viabilità alternativa. In questa strada, oltre agli abitanti, ci sono anche sei attività commerciali che si trovano in difficoltà. Cosa chiediamo? Il ripristino della viabilità finché non vengono finiti i lavori, oppure un nuovo collegamento con via Monterosa».

Polemici anche i negozianti: «Mi sembra una decisione assurda – ha detto Gianni Azzaro, titolare nel negozio L’Arca di Noè -. E’ una decisione senza alcun senso, presa a nostra insaputa. Il nostro lavoro? Si vede già che è stato penalizzato. Ci sono clienti che si sono lamentati perché arrivare al negozio adesso è complicato. E soprattutto difficile». Arrabbiata anche Elisa Fortini, di Nexive, un ufficio di Poste Private che si trova proprio sulla strada: «Noi facciamo spedizioni e ritiro di raccomandate – dice – con la chiusura della strada il nostro ufficio è difficilmente accessibile. Per arrivare qui bisogna fare un giro assurdo. Credo che sarebbe opportuno cambiare il senso di marcia della strada almeno da via Aurelia Sud, o almeno , in via provvisoria, cercare di riaprire quel tratto di strada in attesa di prendere una decisione definitiva che stia bene a tutti».

Sulla stessa lunghezza d’onda Luca Valocchia, titolare di Gabel: «Prima di chiudere definitivamente la strada con un foglio attaccato su una ringhiera – dice – sarebbe servita una soluzione condivisa da parte di tutti. Sia di chi abita, sia di chi ci lavora. Lamentele? Si nota già un calo dell’attività. Chiediamo la riapertura immediata della strada oppure il cambio del senso di marcia. So che è difficile, ma il Comune qualcosa deve fare. E subito».

Matteo Alfieri