Grosseto, 8 giugno 2012 - Il Grosseto sempre più nell’occhio del ciclone. E non per colpa sua. Dopo le dichiarazioni di Joelson — che in realtà sono state rivelate dopo quelle di Turati, ma rese pubbliche prima — sono arrivate anche le accuse di Marco Turati e Paolo Acerbis che pesano come macigni e che potrebbero provocare conseguenze dirompenti in casa biancorossa.
Allora presidente Camilli, cosa sta succedendo? Ci sono sempre novità per il Grosseto in questa inchiesta sul calcio scommesse...
«Credo che ormai tutta la questione stia assumendo i contorni di una barzelletta. Come è possibile dare credibilità ad una persona che dice di aver saputo una notizia da Tizio al quale gliela ha raccontata Caio: sono affermazioni che arrivano di terza o quarta mano. Le dico la verità. A questo punto non me ne importa nulla. Io sono tranquillo, come ho già ripetuto mille volte, ho la coscienza a posto mentre dall’altra parte ci sono giocatori che, una volta pentiti, raccontano fatti. A questo punto sono davvero stufo. Non ne posso più».
In effetti lei ha sempre denunciato le situazioni poco chiare e quando ha potuto ha allontanato anche i giocatori che non le garantivano certezze
«E’ proprio così. Io ho sempre denunciato quelle situazioni nelle quali non ci vedevo chiaro ed ho sempre cercato di eliminare le mele marce che riuscivo ad individuare. Ed ora vengo accusato di aver comprato le partite. Roba da matti. Io e, quindi, la società, con i pagamenti nei confronti dei giocatori sono sempre stato in pari tanto è vero che l’Us Grosseto è portata ad esempio sotto il profilo della gestione economica per i suoi bilanci sempre precisi. Figuriamoci se io vado a comprare una partita da un giocatore. Mi sembra di vivere una situazione assurda. Tuttavia io ho fiducia nella giustizia e alla fine verrà fuori la verità».
Ha una spiegazione per questo accanimento particolare nei confronti della sua persona e della società biancorossa?
«Io credo che queste accuse facciano parte di un sistema ideato dai giocatori contro di me in quanto io ho chiesto il sequestro dei beni personali e patrimoniali di tutti i giocatori coinvolti. Quindi loro mi attaccano in questo modo. Una cosa sia ben chiara: una volta terminato il processo davanti alla giustizia sportiva io li denuncerò tutti davanti alla giustizia ordinaria».
Una domanda di calcio vero:l’allenatore?
«E’ presto per parlarne ora».

Paolo Pighini