Grosseto, 3 aprile 2012 - Gidra ha iniziato a parlare. Gidra è lo pseudonimo del croato Vinko Saka, indagato e arrestato nell’ambito del nuovo scandalo del calcioscommesse che sta sconquassando il mondo del pallone. Sabato è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini che sta cercando di fare luce su questa intricata vicenda. Soprattutto sulle partite «aggiustate» che rischiano di rivoluzionare la classifica di serie B. Nel «calderone» c’è finito anche il Grosseto, indirettamente (almeno pare), per colpa di Filippo Carobbio, il capitano della squadra biancorossa. «Venni in Italia su invito di Gegic (lo «zingaro» che organizzava le scommesse ndr.) — si legge nel verbale dell’interrogatorio — e incontrai anche Ribic. Mi dissero che conoscevano due giocatori: Carobbio e Gervasoni e che tramite loro si potevano comprare le partite o meglio che tramite loro le squadre si accordavano e quindi noi potevamo scommettere».
 

Spunta il nome di Grosseto: «Sono venuto in Italia circa dieci volte. A Mantova, Grosseto, Ancona e Cittadella. Abbiamo scommesso 4-5 volte, ma con esito negativo perché le partite sono andate in modo diverso da come ci aspettavamo». In scena entra anche Camilli. Il presidente del Grosseto, da come ha riferito Saka, si reca all’albergo dove si trovava in ritiro la sua squadra (il 15 marzo 2010 in occasione di Grosseto-Mantova ndr.). Sospetta la combine e fa saltare il banco: «Si è arrabbiato con i giocatori — si legge nel verbale —. Il giorno dopo mi ha chiamato Carobbio e ci ha fatto capire che, dopo l’incontro con il presidente, dovevamo desistere da ogni scommessa, perché il risultato non era assolutamente garantito». L’ennesima puntata di una storia comunque ancora tutta da raccontare.