Grosseto, 7 gennaio 2011 - Adesso è ufficiale: Ferdinando Sforzini è un giocatore del Grosseto, che lo ha ingaggiato ieri, in prestito ma con diritto di riscatto. ''E spero proprio che questa nuova avventura, che anche per mia volontà è coincisa con un mio ritorno in Maremma, segni una svolta nella mia carriera'', esordisce ''Nando-gol'' Sforzini che non sta nella pelle e ha una gran voglia di rivestire subito la casacca biancorossa. ''Per il mio ritorno — prosegue il bomber che l’anno scorso debuttò in serie A con il Bari niente meno che a San Siro con l’Inter — non devo fare altro che ringraziare il presidente del Grosseto''.

 

''Camilli ha sempre avuto un grande affetto per me, e poi a me piace perché uno vero, uno sincero, che le cose te le dice davanti. Per questo spero di meritare la sua fiducia e che a fine stagione, possa mettere bocca sul destino del sottoscritto, facendo leva sul suo diritto di riscatto''. Ma anche Sforzini è uomo vero e non dribbla, sebbene sia un attaccante, domande e interrogativi sul suo recente passato, rapporti con il Gus compresi, che hanno contraddistinto il suo recente passato.
 

 

''A Grosseto non andò male, ho il ricordo di avere disputato delle buone prove anche se onestamente, il gol mi mancò un po’. E il gol, si sa, per un attaccante è tutto. Ma non credo che fosse quello il problema. A gennaio fui ceduto perché in definitiva il tecnico non mi vedeva, quindi a un certo punto fu giusto interrompere il rapporto e andare a giocare ad Avellino, dove disputai un ottimo finale di stagione andando in rete addirittura sette volte''. Una finale di stagione che, evidentemente, non passò inosservato se il Bari poi a fine stagione decise di ingaggiarlo per giocare niente meno che in serie A. ''E l’inizio di quella avventura fu davvero esaltante — se è vero che debuttai in serie A niente meno che a San Siro contro l’Inter che in quella stagione vinse tutto. Poi la fortuna mi abbandonò decisamente e in quell’annata mi dovetti operare al menisco per ben due volte''.
 

 

Ma se vogliamo parlare di fortuna non è che anche l’esperienza rumena con il Cluj sia stata così esaltante. ''A dire il vero tutto è andato bene fin quando Mandorlini è rimasto sulla panchina del Cluj. Una volta esonerato lui è stato un disastro per me, forse perché venivo visto come il giocatore più vicino al tecnico, la situazione a un certo punto è diventata davvero impossibile da sostenere''. Ora c’è il Grosseto e tante speranze, ma San Siro resta San Siro. ''Ovviamente, ma il Grosseto è il mio presente e speriamo anche il mio futuro. Per San Siro poi chissà, prima o poi tornerò a giocarci, magari con il Grosseto''.