Intervista spettacolo con Mogol alla Cava di Roselle

L'autore: "La cultura popolare, se di qualità, è un mezzo evolutivo"

Mogol, il più grande autore italiano di canzoni

Mogol, il più grande autore italiano di canzoni

Grosseto, 9 giugno 2017 – La Cava di Roselle, il giardino per eventi alle porte di Grosseto, dà inizio alla nuova stagione di spettacoli con una due giorni di musica: il 16 giugno con il concerto dei “Fantasia Pura Italiana”, l'esuberante sestetto toscano impegnato nel suo tour “Scomodo”, e il 17 giugno con “La scatola blu”, che presenta l'ultimo album “Hanno ammazzato Spargiamore”. Ma sabato 10 giugno alle 20.30, un'anteprima dell'apertura si avrà con l'intervista spettacolo a Mogol, il più grande e importante autore italiano di testi di canzoni. La serata rappresenta il momento conclusivo del progetto “A scuola con Mogol”: per un intero anno scolastico gli studenti dell'Istituto comprensivo 3 di Grosseto hanno lavorato sui brani, analizzando i testi, la produzione canora, gli arrangiamenti musicali e proponendo anche rappresentazioni pittoriche. Sabato sera si esibiranno alla Cava di Roselle nel corso dell'intervista spettacolo con Mogol, condotta dalla docente Anna Del Vacchio, organizzatrice e coordinatrice del progetto, diplomata alla scuola di Mogol, il Centro europeo di Toscolano. Sul palco anche la cantante Valeria Rossi. Insieme a loro il coro dell'associazione Mani bianche di Roma, composto da ragazzi udenti e da non udenti che “canteranno” in lingua dei segni i brani proposti nel corso della serata. L'ingresso alla Cava è riservato ai soci e ai sostenitori dell’associazione culturale Movida, che ha promosso l'evento insieme all'Istituto Comprensivo 3, con il patrocinio del Comune di Grosseto e la collaborazione del centro didattico musicale Rockland e della scuola di danza Officina Movimento Arte Danza.

Mogol è il più grande autore italiano di canzoni, cantate da Lucio Battisti, Mango, Cocciante, Tenco, Umberto Tozzi, Celentano, Fausto Leali, Gianni Morandi. Grazie alla collaborazione con l'Ente nazionale sordi di Grosseto, molti dei brani sono stati tradotti in lingua dei segni e “cantati”, appunto, con le mani.

Maestro, c'è consapevolezza dell'importanza dello studio della musica fin da bambini?

“Io ce l'ho e credo anche le scuole. Mi chiamano in tante città. E sono molto felice di partecipare alla serata a Grosseto. Mi fa piacere che i bambini conoscano le mie canzoni. È un'altra generazione… La cultura popolare, se è di qualità, è il mezzo evolutivo più importante”.

Cosa ne pensa dei talent show?

“La mia scuola, il Cet, è conosciuta a livello internazionale e ha messo in luce molti talenti. È una cittadella della cultura, un regalo che ho voluto fare al mio paese, senza percepire denaro né come docente né come presidente. Anzi cerco di pareggiare i conti con i miei diritti d'autore. Al Cet si fa formazione, mentre alle scuole televisive sostanzialmente si fa spettacolo”.  

Comporre però è solo una parte della sua vita. Si dedica ad altre forme d'arte?

“Scrivo aforismi, e ho appena terminato di scrivere un altro libro. Vuole saperne uno?” Certo.

“Come due fratellini disegnano la stessa mamma in due modi diversi, così gli uomini Dio. Le piace?

Moltissimo, e davvero attuale. Ha visto il concerto One love Manchester?

“Sì, è stata una bellissima risposta al terrorismo. È stato lanciato un messaggio importante: non fermerete la musica né la voglia di stare insieme”.