Ecco il Bella Bimba 2.0. Slot al posto della disco: scoppiano le polemiche

Scuola vicina: è in regola per pochi metri

L’interno di una sala giochi Timecity

L’interno di una sala giochi Timecity

Grosseto, 28 agosto 2015 -  TIMECITY APRIRÀ la prossima settimana ad Albinia. Dopo una serie di rinvii, giovedì 3 settembre dovrebbe essere il giorno giusto. Una sala da gioco con macchinette e tutto il resto, una piccola Las Vegas dà dove un tempo si trovava il celebre Bella Bimba. La struttura ha faticato non poco a trovare una nuova destinazione. Rimasta a lungo una cattedrale nel deserto, adesso i battenti sono pronti a riaprire. La cosa però non è andata tutta liscia. Dopo l’acquisto da parte del gruppo che gestisce la catena di sale da gioco, infatti, la normativa regionale che le riguardava ha fatto un paio di giravolte. Con la prima ha fissato a cinquecento metri il limite minimo di distanza da scuole e luoghi di culto. Una distanza che, senza ulteriori specificazioni, è stata intesa in linea d’aria. Una decisione che ha creato non pochi problemi alla società dopo che la struttura, a pochi passi dall’abitato di Albinia, era già stata acquistata e i lavori in corso erano già a buon punto, con relativi investimenti. La Regione ha però recentemente modificato la normativa, specificando che i cinquecento metri devono essere intesi non in linea d’aria, ma attraverso il percorso pedonale più breve. E in questo caso un paio di curve possono risultare preziose. Del resto, è lo stesso criterio che si usa per le licenze commerciali rilasciate dal Comune.

«IN QUESTO caso, però, l’autorizzazione è rilasciata dalla questura – ci spiega l’assessore Mauro Barbini, componente della commissione di vigilanza nominata proprio per questa vicenda – mentre il Comune è solo un organismo di controllo. Siamo sopra i cinquecento metri imposti dalla legge, anche l’ingresso è stato spostato per aumentare la distanza, quindi siamo all’inaugurazione. L’apertura inizialmente doveva essere a fine luglio, ma la questura aveva chiesto alcune integrazioni per rilasciare l’autorizzazione». Stiamo comunque parlando di una sala da gioco, non saranno mancate le contestazioni. «Partiamo dal fatto che l’ingresso è vietato ai minori – dice Barbini – e che la struttura si trova al di là di un sottopasso, quindi al di fuori di un contesto urbano. Detto questo, meglio una sala di questo tipo di quei locali con le macchinette nel retrobottega dove magari non ti vede nessuno. Come amministrazione, poi, abbiamo anche degli obiettivi di riqualificazione, e quell’area aspettava da molto tempo. E poi c’è l’ultimo aspetto, quello dell’occupazione. Questa struttura ha garantito ventidue posti di lavoro che, se le cose dovessero andare bene, diventeranno trentacinque».

Riccardo Bruni