Scalo civile, intrecci internazionali

I russi hanno già acquistato quote azionarie. Adesso potrebbero farlo anche gli argentini

L'aeroporto civile (Aprili)

L'aeroporto civile (Aprili)

Grosseto, 20 ottobre 2014 - Il dieci per cento delle azioni in una società come la Seam non è una partecipazione di poco conto. In termini strettamente numerici potrà anche sembrarlo, ma in termini concreti le 100mila azioni acquistate da Powercrownd Limited consentono agli investitori russi di essere il terzo azionista assoluto (dietro solo a Provincia e Comune di Grosseto che hanno ciascuna il 25,25 per cento del capitale) e il primo fra quelli privati insieme a Cassa di Risparmio di Firenze e Banca Popolare di Vicenza. E se è vero come sembra che ci siano altre trattative in corso, il nostro scalo civile potrebbe trovarsi al centro di un "movimento" internazionale come mai prima d’ora.

Che la società russa (che fa parte del gruppo Novaport Russian Airport) fosse interessata ad un ingresso nella Seam era cosa nota. Tant’è che nell’assemblea dello scorso 12 maggio i soci furono informati dell’intenzione della Powercrond Limited di acquistare, appunto, il pacchetto di quote. Passaggio obbligato, in quanto la cessione poteva avvenire solo con il gradimento (che ci fu) dei soci. Solo che all’epoca non fu la Ilca Srl a chiedere se poteva cedere le proprie azioni, bensì la Cassa di Risparmio di Firenze, salvo poi registrare una frenata delle trattative fra russi e Crf. I russi, però, evidentemente non si sono fermati e hanno centrato il loro obiettivo cambiando interlocutore. Cosa abbia raffreddato la prima trattativa (arrivata così a buon punto tanto da essere portata all’attenzione dei soci Seam) non è cosa emersa pubblicamente, ma un elemento importante potrebbe essere stato l’intervento di un altro socio di Seam che avrebbe manifestato lo stesso interesse a rilevare le azioni (100.630 in totale) detenute da Crf. Il socio si chiama Aeroporto di Firenze Spa che, oggi, di azioni ne possiede 3885 che gli garantiscono una fetta di capitale sociale pari allo 0,39 per cento.

Sul punto, però, Renzo Alessandri, presidente del Cda di Seam, ci va cauto. "Non sono in grado né di confermare né di smentire questa notizia — spiega — e il motivo è molto semplice. Essendo sia Crf che AdF già soci della Seam, non hanno alcun bisogno di chiedere il gradimento dell’assemblea per un eventuale cessione di quote fra di loro né, tantomeno, avrebbero l’obbligo di comunicare l’esistenza di una trattativa. Seam dovrebbe essere informata solo nel caso ci fosse realmente un passaggio di quote". A cose fatte, insomma. Ma perché l’Aeroporto di Firenze Spa avrebbe un interesse a un ingresso così incisivo nella vita dello scalo civile maremmano? E qui — sia ben chiaro — si entra nel campo delle ipotesi. Ma che si poggiano su basi oggettive. Aeroporto di Firenze Spa è reduce da un’operazione che ha portato ad un riassetto societario che adesso vede la Cedicor quale azionista di maggioranza relativa (con il 33,4 per delle quote) e la stessa società dell’imprenditore argentino Eduardo Eurnekian controlla la multinazionale Corporacion America che, invece, adesso è socio di maggioranza assoluta (53%) della Sat, ovvero la società di gestione dell’aeroporto di Pisa. Può essere che il gruppo argentino abbia progetti per l’intero sistema aeroportuale toscano e che preferisca svilupparlo senza doversi preoccupare di eventuali altri gruppi con interessi diversi.

D’altra parte la Novaport Russian Airport (a cui la Powercrownd Limited fa capo) non può aver fatto un investimento senza un obiettivo preciso. Proprietaria di sette scali in Russia (migliaia di dipendenti e milioni di viaggiatori registrati ogni anno), all’interno della società (che ha partecipato anche al bando per la gestione dell’aeroporto di Rimini il cui esito non è stato ancora ufficializzato) ci sono imprenditori che hanno interessi economici in Maremma e in altre zone della Toscana. Soprattutto loro vedono quindi di buon occhio un collegamento diretto con uno scalo così a ridosso del loro core business che, peraltro, grazie anche a questa operazione sullo scalo civile, potrebbe trovare nuovi sbocchi. Inizialmente, quindi, è facile pensare che i russi puntino sul traffico dell’aviazione generale (aerotaxi e voli privati) che si affiancherebbe a quello già esistente dei voli charter che da giugno a settembre fanno scalo al "Baccarini" ogni settimana. E quanti benefici porti il turismo russo all’economia locale lo dicono i numeri: in base ad uno studio della Seam che si basa sulle richieste di rimborso Iva, è stato calcolato che questi turisiti in una sola stagione hanno speso in Maremma qualcosa come 530mila euro.

Luca Mantiglioni