Allarme sballo alcolico tra i giovani, consumo in crescita tra 18 e 24 anni

In provincia è salita a 21 la percentuale di chi beve per divertirsi

Consumo di alcool tra i giovani (Ansa)

Consumo di alcool tra i giovani (Ansa)

Grosseto, 27 maggio 2015 - Una piaga che non guarisce. Che dilaga mietendo «vittime» tra i giovanissimi. Tra i ragazzi «binge», per dirla come al solito all’anglosassone. Cioè consumatori occasionali di alcol, spesso associato alla droga, per divertirsi, per noia. Per raggiungere l’ambìto livello di «sballo». Un trend, anche in Maremma, che comincia a preoccupare. Il 21 per cento dei giovani maremmani tra i 18 e i 24 anni diventa dipendente dall’alcol. Un approccio che nasce per caso e che si trasforma in assuefazione. Si tratta di un dato che risale al 2013, con un incremento del 6 per cento rispetto agli anni predenti (2006-2009). A fronte di una popolazione, quella in provincia di Grosseto, che non ha un’altissima percentuale di consumatori adulti – benché tra gli uomini adulti il consumo sia passato dal 10 al 13% in tre anni – ma che svetta ai primi posti quando si tratta di diffusione dell’alcol tra i giovanissimi.

Si tratta di dati del progetto Passi (Progressi delle aziende sanitarie per la salute in Italia), un progetto promosso dal Ministero della salute e condotto dalle Aziende sanitarie, con l’obiettivo di effettuare un monitoraggio sullo stato di salute della popolazione adulta italiana, in particolare indagando su stili di vita e fattori di rischio comportamentali, correlati con l’insorgenza delle malattie croniche-degenerative. Lo studio viene effettuato tramite interviste su un campione di cittadini residenti in una determinata Asl, tra 18 e 69 anni, estratto con metodo casuale dagli elenchi delle anagrafi sanitarie. In Maremma, le interviste vengono fatte da personale della Asl, specificamente formato, sulla base di un questionario standardizzato. I dati vengono poi trasmessi in forma anonima via internet e registrati in un archivio unico nazionale.

I rischi di danni alcol-correlati (immediati e cronici) e di dipendenza alcolica variano in funzione di diversi fattori: la quantità complessiva di alcol bevuta abitualmente, la quantità di alcol assunta in una singola occasione; le modalità ed il contesto di assunzione dell’alcol. La diffusione dell’abuso di alcol tra i giovanissimi in città è emerso anche dai dati del Centro alcologico territoriale. Il Centro in collaborazione con le associazioni dei club alcologici territoriali «Grosseto Nord» e «Grosseto Green», con il gruppo Giovani Arci Gay e con i giovani della parrocchia della Santa Famiglia affronteranno questo delicatissimo tema venerdì prossimo. «La nostra città ha uno dei tassi più bassi di forti bevitori in Toscana – spiegano nel comunicato – mentre presenta tra i giovani il tasso più alto di ‘binge drinking’ (almeno sei unità standard di bevande alcoliche in due o tre ore), cioè lo sballo. Non solo. Le generazioni genitori e figli si condizionano a vicenda nell’approccio all’alcol, ma non riescono a comunicare tra di loro».

Cristina Rufini