Giovedì 18 Aprile 2024

Rifiuti, sui costi di gestione Sei Toscana dichiara 'guerra' ai Comuni

A causa della decurtazione di sei milioni dell’Ato sul piano economico, il gestore ricorre al Tar Toscana

Il gestore unico dei rifiuti Sei Toscana

Il gestore unico dei rifiuti Sei Toscana

Grosseto, 23 novembre 2014 - UN’ASSOCIAZIONE di imprese, al cui interno ci sono anche le amministrazioni comunali, che impugna un atto deliberato dall’Ato Rifiuti di cui fanno parte gli stessi Comuni. Sa un po’ di kafkiano ma tant’è. Sei Toscana, il gestore unico dei rifiuti nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo è ricorso al Tribunale amministrativo regionale per impugnare la delibera dell’assemblea dell’Ato con cui veniva deciso che l’impegno di spesa a favore di Sei sarebbe stato di 98 milioni e non di 104, come chiesto con il Piano economico e finanziario presentato all’assemblea. Vallo a spiegare ai cittadini che il gestore unico dei rifiuti composto da società – tra le quali appunto Coseca – di cui fanno parte i Comuni ha dichiarato guerra legale all’Ato composta dagli stessi Comuni.

LA «PERLA» è emersa in una delle recenti assemblee provinciali. Quasi come se fosse cosa di routine. Tale non è apparsa ad alcune amministrazioni comunali, in particolare le otto della zona sud che hanno deciso di vederci un po’ più chiaro. Innanzitutto chiedendo di leggere l’atto con cui Sei ha portato davanti a un Tribunale l’Ato. I motivi addotti a giustificazione di una impugnazione. L’atto viene contestato perché a fronte dei 104 milioni chiesti da Sei, l’Ato ne ha riconosciuti 98: sei milioni in meno che non vanno giù al gestore unico, che hanno scatenato il putiferio.

«Commentare al momento la decisione di ricorrere al Tar – intervine il vicesindaco di Manciano,Tonino Camillo – è difficile non avendo letto il documento. Lo abbiamo chiesto ai vertici di Ato per capire». Ma il nodo cruciale non è tanto l’impugnazione al Tar, comunque ritenuta grave da alcuni comuni maremmani, ma il Piano economico e finanziario che alla fine dei conti, se nel 2014 si rimane a 98 milioni, andrà crescendo, pare, fino al 2017 quando l’Ato dovrà accollarsi anche i milioni scalati nel 2014. Insomma, tanto per snellire il discorso: a fronte degli stessi servizi – come appunto specificato nel Pef – aumentano i costi. «Proprio così – sottolinea Camillo – E’ questo l’aspetto più preoccupante. Se dobbiamo accettare la proposta di accordo definitivo che in cinque anni ci sarà l’aumento dei costi a parità di servizi, significa che stiamo certificando il fallimento di un percorso». Il fallimento del gestore unico che avrebbe dovuto ridurre alcuni costi di gestione, appunto, e non toccare i servizi. Qualche amministratore locale comincia seriamente a pensare o ad avere conferme che non sarà così. E tocca propio agli amministratori locali andare a spiegare tutto questo ai cittadini. «Aspettiamo di avere tutti i documenti e di capire la definizione del Pef, poi dovremmo cominciare a spiegare ai cittadini – conclude il vicesindaco di Manciano – quanto sta accadendo e che cosa si sta rischiando». Costi più elevati per i rifiuti. Ma che cosa è che ha fatto arrabbiare Sei Toscana? I sei milioni decurtati da Ato. «Alcune voci – spiega ancora Camillo – come il riconoscimento di un fondo dove accantonare soldi per eventuali morosità dei Comuni e per la gestione degli impianti non sono state ritenute legittime da Ato e sono state tagliate».

IL GESTORE, per tutta risposta, dopo qualche tentativo di conciliazione, andato avanti fino a ottobre scorso, ha deciso di impugnare la delibera dell’Autorità d’ambito in cui è avvenuta la sottrazione. Vediamo che cosa deciderà il Tribunale amministrativo regionale. Nel frattempo dovrebbero esserci altri incontri per perseguire anche la via stragiudiziale che, ne siamo quasi certi, significherà arrivare molto vicino alle cifre chieste dal gestore unico. Ma, ribadendo il concetto espresso dal vicesindaco di Manciano, si sembra una sconfessione delle premesse con cui era nato il gestore unico dei rifiuti. Normale amministrazione, viene da commentare.