Morì nella fornace, colpo di scena in aula: assolti i tre imputati

Processo di appello per la morte di Massimo Guidarini: la corte ha riformato la sentenza di primo grado che aveva condannato l'amministratore unico e un consulente / PERIZIA CHOC: "QUELLA NOTTE GUIDARINI NON ERA SOLO"

Tribunale

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Grosseto, 29 giugno 2015 - Colpo di scena al processo di appello per la morte di un operaio, Massimo Guidarini, la notte di Pasqua del 2007 nella fornace di San Martino a Grosseto dove rimase ucciso perché schiacciato tra dei carrelli. La corte di appello di Firenze ha riformato la sentenza di primo grado assolvendo tutti e tre gli imputati e disponendo la trasmissione degli atti alla procura della Repubblica di Grosseto, che a questo punto potrebbe anche decidere di riaprire le indagini.

In primo grado, il 12 luglio 2013, era già stato assolto Luciano Serreti, direttore dello stabilimento e responsabile tecnico mentre erano stati condannati per omicidio colposo, a un anno di reclusione, Flora Nencini, amministratore unico dell'azienda, e a sei mesi Luigino Nalesso, responsabile esterno del servizio di prevenzione e protezione della società. Ma il 28 febbraio 2015 la perizia depositata da Giovanni Romanini, esperto incaricato dalla Corte, aveva aperto nuovi scenari parlando della probabilità che quella sera Guidarini non fosse solo e che proprio l'altra persona presente nella fornace avesse sbloccato il sistema riavviando il ciclo proprio mentre l'operaio si trovava nella pre-camera. Ora, con la sua sentenza, la corte di appello avrebbe di fatto avallato questa tesi.