Mercoledì 24 Aprile 2024

Processo Concordia, Schettino nuovamente in aula: "È stata colpa del team di plancia"

L'ex comandante della nave naufragata al Giglio continua ad additare l'organizzazione e gli ufficiali di guardia come responsabili della tragedia. Prosegue l'esame dell'imputato da parte dei legali delle parti civili / PRIMO GIRO DI DOMANDE ALL'EX COMANDANTE DA PARTE DELLE PARTI CIVILI / PRIMO GIORNO DI DOMANDE DEI PM / SECONDO GIORNO DI DOMANDE DEI PM / VIDEO: SCHETTINO VICINO ALLA SCIALUPPA

Schettino in aula al teatro Moderno

Schettino in aula al teatro Moderno

Grosseto, 13 dicembre 2014 - E' tornato in aula ieri l'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Il Teatro Moderno di Grosseto accoglie una nuova tappa del processo per la morte di 32 persone nella notte del naufragio, nel gennaio 2012. Siamo sempre alla tornata di interrogatori alle domande degli avvocati delle parti civili. Una volta finite le domande dei legali di parte civile toccherà alla difesa di Schettino entrare in gioco e porre lei le sue domande. Ecco cosa è successo ieri:

Ore 15.32 - Gli avvocati di Costa Crociere spa non hanno fatto domande a Francesco Schettino in fase di interrogatorio al processo di Grosseto. La compagnia di navigazione ha un doppio ruolo nel processo: è parte civile, per il danno della perdita della nave, ed è responsabile civile come società armatrice della Costa Concordia. Tuttavia, sia al momento in cui sono intervenuti i legali delle parti civili, sia quando è stato il turno del responsabile civile, i legali di Costa nelle varie udienze non hanno posto nessuna domanda, soddisfatti per i contenuti dell'interrogatorio reso in aula dall'imputato. Ora Schettino viene interrogato dalla sua difesa e se il tempo non basta, è prevista un'altra udienza domani.

Ore 15.17 - «Non siamo stati in grado come intero team della nave - ma non voglio fare una colpa a nessuno, solo portare all'attenzione - di avere il polso della situazione di questi momenti drammatici che si sono verificati sulla nave». Lo ha detto Francesco Schettino criticando anche il personale di macchina della Costa Concordia, dopo che stamani ha sottolineato le accuse agli ufficiali che erano con lui sul ponte di comando riguardo alla rotta che determinò il naufragio all'isola del Giglio. Schettino ne ha parlato rispondendo al suo avvocato Donato Laino nel controinterrogatorio della difesa. Ciò mentre nel giro di minuti la nave era già gravemente in avaria. «Nessuno mi diceva che c'era l'acqua al ponte 0», ha detto Schettino, e «mi arrivavano informazioni confuse e parziali dagli ufficiali di macchina». Secondo Schettino il personale di macchina, che lui contattava dal ponte di comando tramite i telefoni interni della nave, non riuscì a dargli indicazioni precise su quali compartimenti fossero allagati e, di conseguenza, su quale danno effettivo la nave aveva subito dopo l'urto, quindi se potesse navigare, e quanto fosse galleggiabile.

Ore 12.11 - Lei ha detto tutta la verità al gip? "No, ho dato la ricostruzione che avevo in quel momento. Ero desideroso di spiegare. Dissi al gip quello che avevo ricostruito in base a informazioni ricevute poche ore dopo il naufragio". Ha detto Francesco Schettino rispondendo al suo difensore Donato Laino, nel corso del suo interrogatorio al processo di Grosseto. Il difensore gli ha voluto far motivare alcune incongruenze rilevate dalle parti civili tra quanto affermato ora e quanto disse al gip il 17 gennaio 2012 nell'interrogatorio di garanzia. Le informazioni erano quelle che dopo il naufragio ricevette da alcuni ufficiali, tra cui quelli di plancia Ciro Ambrosio e Silvia Coronica. Sull'isola del Giglio "ho rimosso quanto era accaduto prima - ha aggiunto Schettino -, e l'ho ricostruito mentre ero nella caserma dei carabinieri" a Orbetello "e in carcere a Grosseto, perché sono il comandante e mi volevo spiegare subito quello che era successo con gli elementi che potevo avere". 

Ore 11.45 - "Quando ho detto che la figura del comandante su una nave è dopo di Dio, non è riferita a me, ma alla figura, in generale, del comandante di una nave. È stata strumentalizzata. E non capisco perché in 8.000 km di costa" (quelle dell'Italia) "non la si conosca. Questa è un'espressione marinaresca conosciuta dovunque, dai francesi, dagli inglesi...". Ha detto Francesco Schettino rispondendo a una domanda dell'avvocato di parte civile Alessandra Guarini con riferimento a una sua frase durante l'interrogatorio del pubblico ministero in una precedente udienza.

Ore 11.23 - "È stata colpa del team di plancia, se salivo io sul ponte e loro scendevano tutti, era meglio". Così, anche alzando la voce, il comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, ha sbottato in aula, interrogato dall'avvocato di parte civile Alessandra Guarini che tutela alcuni naufraghi. Schettino ha accusato gli ufficiali di guardia a cui aveva affidato la rotta verso il Giglio prima del naufragio. Schettino, alzando ancora ulteriormente la voce e quasi perdendo la calma mantenuta finora nelle varie udienze in cui viene interrogato, ha anche detto, sempre accusando gli ufficiali di guardia sulla Concordia la sera del 13 gennaio 2012: "Non è possibile che degli ufficiali non manifestino al comandante che si andava su uno scoglio". "Sarebbe stato meglio - aveva anche detto, prima, Schettino - se fossi andato in plancia alla fine della manovra, a fare il fischio di saluto al Giglio, e li avessi lasciati soli in plancia questi qui...". "Sì, era meglio", ha chiosato una voce tra le poltrone del teatro Moderno. "Eh - ha sbottato Schettino accentuando l'accento campano -, tutti scienziati sono ora!".

Ore 10.40 - Tra le prime risposte date da Francesco Schettino alle parti civili, stamani, alla ripresa del processo c'è questa: "Ho sempre detto che il comandante è responsabile, ma è anche vero che dall'Ottocento le regole sono cambiate". Risponde così all'avvocato di alcuni naufraghi, Alessandra Guarini che gli chiedeva quali colpe ritenesse di avere nel disastro. "La situazione non è rimasta ferma all'Ottocento - ha detto Schettino -, bisogna estendere il concetto" di navigazione e governo delle navi "all'organizzazione". "E sui suoi errori?", gli è stato anche chiesto. "Sono qui perché il tribunale accerti che cosa", ha abbozzato una risposta Schettino.