Giovedì 25 Aprile 2024

Processo Concordia, i pm: "Schettino ha abbandonato la nave prima di mezzanotte e 25" / AUDIO

La ricostruzione della procura in base ai racconti di alcuni naufraghi. Le drammatiche immagine della piccola Dayana e di suo padre, ritrovati abbracciati. Il pm Leopizzi elogia i gigliesi. In aula l'ex comandante / LA REQUISITORIA DEL PM: "SCHETTINO PORTATO PER NATURA A MENTIRE" / OLTRE SESSANTA MILIONI AI PASSEGGERI / GUARDA LE FOTO / CONCORDIA, UN MILITARE DELLA CAPITANERIA PER ALLEGGERIRE LE COLPE DI SCHETTINO

Francesco Schettino

Francesco Schettino

Grosseto, 24 gennaio 2015 – E’ ripreso verso le 10 di ieri il processo a Francesco Schettino per il naufragio della Costa Concordia. E’ la terza udienza consecutiva. Dopo la ricostruzione del pm Alessandro Leopozzi dei momenti caotici dell’emergenza dopo l’impatto con un basso fondale delle ScoleE’ iniziata pochi minuti dopo le 15:15 la requisitoria del pm Stefano Pizza, che ripercorrerà la storia delle 32 vittime, come sono morte, dove e insieme a chi erano. “Tutti decessi che sono avvenuti per annegamento e non come conseguenza diretta dell’impatto, ma a causa della caos nelle fasi di emergenza, dei ritardi del comandante nel prendere le decisioni per l’abbandono della nave”.

Nella lunga ricostruzione di come sono morte le 32 vittime, è stato mostrato un video girato dai vigili del fuoco di Grosseto durante il recupero di quattro corpi, il 22 febbraio 2012,nel pozzo che si era creato tra l’internet Caffè e un vano scala, al ponte 4. Nelle riprese subacquee si vede il corpo supino Williams Arlotti e a fianco, quasi abbracciata a lui, la figlioletta Dayana poco più di cinque anni.

Nelle battute conclusive della parte di requisitoria affidata al pm Leopizzi ​è stato ripercorso il momento in cui Schettino non è più sulla nave. “Schettino abbandona la nave volontariamente tra mezzanotte e 15 e mezzanotte e 25 – ha spiegato il magistrato - ce lo hanno raccontato alcuni naufraghi che si trovavano vicino a lui e che si sono gettati in acqua a mezzanotte e trenta perché ormai l’acqua arriva al petto. Schettino, che non si è bagnato neanche i piedi, era già sulla scialuppa, probabilmente sugli scogli. Mentre alcuni naufraghi stavano morendo a due bracciate dalla costa. Sugli orari abbiamo avuto conferme anche dal signor Krieg che ha perso la moglie nel naufragio. ‘Posso stimare l’ora in cui ci siamo gettati, le 00.30, perché sono caduto in acqua e l’orologio si è fermato: lo conserverò per sempre’. Bene Schettino – prosegue Leopizzi – era già fuori della nave”. Non solo questo, che è l’aspetto più grave di quanto accaduto nel disastro, nessuno ha pensato neanche di avvertire sull’isola che stavano per arrivare, anzi qualcuno già era arrivato, 4.200 persone, uomini, donne e bambini feriti nell’anima e nel corpo. “Nonostante questo – ha precisato il magistrato – i gigliesi hanno dato al mondo un esempio di solidarietà. Qualcuno di loro è anche salito sulla nave. Mentre il comandante era sceso senza sapere quante persone erano ancora a bordo”. 

In un dei momenti più drammatici della ricostruzione odierna del pm Leopizzi degli istanti immediatamente precedenti la dichiarazione di emergenza generale, il magistrato ha ricordato come Schettino abbia giustificato la mancata lettura degli annunci con le istruzioni da seguire prima dell’abbandono della nave “perché si sarebbe perso tempo”. “Il tempo lo ha perso lui – ha sottolineato Leopizzi – e lo sappiamo bene quanto invece quelle istruzioni sarebbero state necessarie. Quanto sarebbe stato importante, ad esempio, per Williams Arlotti avere il tempo necessario per tornare in cabina a prendere i farmaci antirigetto, e poter tornare in tempo utile per trovare posto sulla scialuppa con la sua bambina Dayana, cinque anni. Non hanno trovato posto padre e figlia e sappiamo come è andata a finire. Sono morti. Quindi quegli annunci erano fondamentali e non avrebbero fatto perdere tempo. Tempo lo ha perso Schettino”. Un altro passaggio importante della ricostruzione del pm quando riferisce i racconti di naufraghi che hanno visto altri passeggeri disabili a terra, altri che non sapevano come trattenere i bisogni fisiologici, “una specie di notte delle streghe”, ha chiosato Leopizzi.

Siamo alle 22.27 e i passeggeri non ancora informati di che costa sta accadendo realmente, di che cosa devono fare sono riuniti alle master station, accalcati e spaventati. Alcuni di loro, molto preoccupati, soprattutto per i figli, iniziano a telefonare alle forze dell’ordine che provano a tranquillizzare ma il panico è sempre più diffuso. Fino alle lacrime.