Mercoledì 24 Aprile 2024

Processo Concordia, Schettino in aula: "Il personale a volte si esprimeva con i gesti"

Si fa il segno della Croce quando gli viene chiesto se aspettasse l'elicottero PRIMO GIORNO DI DOMANDE DEI PM / SECONDO GIORNO DI DOMANDE DEI PM / VIDEO: SCHETTINO VICINO ALLA SCIALUPPA

Francesco Schettino

Francesco Schettino

Grosseto, 11 dicembre 2014 - Nuova udienza per l'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino. Il Teatro Moderno di Grosseto accoglie una nuova tappa del processo per la morte di 32 persone nella notte del naufragio, nel gennaio 2012. Schettino risponde in questa tornata di interrogatori alle domande degli avvocati delle parti civili. Ovvero dei passeggeri. E non mancheranno i colpi di scena e i momenti di tensione. Molte sono le domande a cui l'ex comandante dovrà rispondere. Un fuoco di fila di domande che andrà avanti per un paio di giorni. Una volta finite le domande dei legali di parte civile toccherà alla difesa di Schettino entrare in gioco e porre lei le sue domande.  Gesto di reazione, dopo oltre otto ore di interrogatorio, di Francesco Schettino durante un confronto serrato fra una parte civile e un suo difensore, con perentorio intervento del giudice Giovanni Puliatti per riportare la calma. Schettino si è fatto il segno della Croce. Questo dopo che l'avvocato di alcuni naufraghi, Michelina Suriano, chiedeva perché Schettino e altri si recarono al ponte 11 mentre la nave era già molto inclinata: forse per attendere un elicottero, come aveva detto la moldava Domnica Cemortan? Alla domanda si è opposto il difensore Donato Laino, e il giudice Puliatti è intervenuto per calmare la polemica tra difesa e parte civile. In questo frangente Schettino ha abbassato la testa e si è fatto il segno della Croce. Schettino fin dall'inizio del suo interrogatorio ha chiesto di non essere ripreso in video e foto. E' poi emerso che tracce di eroina e cocaina furono trovate sul campione di capelli prelevato a Francesco Schettino alcuni giorni dopo il naufragio della Costa Concordia. Ma furono contaminazioni esterne dovute all'involucro in cui fu riposto il campione, per portarlo nel laboratorio di analisi. È quanto emerso verso la fine dell'udienza durante l'interrogatorio da parte delle parti civili. D'altronde Schettino - a cui furono prelevate anche le urine - risultò negativo all'esame. «La questione è irrilevante» comunque «perché Schettino non è accusato di aver governato la nave in stato di ebbrezza», ha detto il giudice Giovanni Puliatti troncando la questione. Anche il pm Maria Navarro era intervenuta per definire «irrilevante» questo aspetto di cui ha voluto trattare, tra i vari argomenti, l'avvocato di parte civile Michelina Suriano. Escluso, dunque, che Schettino assumesse stupefacenti. Peraltro un suo difensore, Donato Laino, è intervenuto per sottolineare che «il comandante Schettino era risultato negativo alle analisi su stupefacenti sia per il campione di capelli sia per le urine».

Ore 14 - AVVOCATO TARGA Roberto Ferrarini, coordinatore dell’Unità di crisi di Costa la notte del naufragio potrebbe essere sentito di nuovo in aula. L’ultima parola spetterà al tribunale, ma la richiesta formale di riascoltarlo è stata già ufficializzata dall’avvocato di parte civile Fabio Targa. «Schettino oggi ha negato due circostanze: di aver detto lui la frase 'ci mangiano la navè e di aver proposto lui al 'fleet crisis coordinator' Roberto Ferrarini di dare la versione di un black out anziché di un incaglio negli scogli. I due, Schettino e Ferrarini, si contraddicono – ha spiegato Targa -. Perciò ho presentato un'istanza per far testimoniare di nuovo in aula Ferrarini. I due dicono cose diverse e ora va risentito Ferrarini», ha detto il legale. La frase 'Ci mangiano la nave riguarda i contatti tra Schettino e Ferrarini, dopo l'urto, a proposito di un intervento di rimorchiatori e dell'eventuale costo di noleggio da sostenere. «Schettino nega di averla detta e la attribuisce a Ferrarini, in una delle telefonate avute nell'emergenza, ma Ferrarini ha smentito di averla pronunciata», ha ricostruito l'avvocato Targa. Inoltre, sulla versione dell'incidente da riferire all'esterno della compagnia, per concordare la versione da dare alla stampa, Schettino ha negato di aver proposto, lui a Ferrarini, di dire che la nave aveva avuto un black out anziché dire dell'impatto sugli scogli. Per il naufragio della Concordia Ferrarini è tra quelli che hanno patteggiato una condanna per reati di cui era co-indagato con Schettino. Ore 13.58 - RESPONSABILITA' Schettino, alla domanda di un avvocato ai parte civile, su quali fossero le percentuali di responsabilità e a carico di chi che hanno portato all'incidente, ha dichiarato che si tratta di "una vicenda che a coinvolto una organizzazione. Se mi fossi sentito unico responsabile non avrei deciso di affrontare un dibattimento". Continuando poi "Quella sera se fossimo stati nella condizioni di cento anni fa, avrei preso il timone io e avrei mandato tutti a casa".

Ore 13.22 - "IL TIMONIERE NON CAPIVA MA TROVO' SCIALUPPA" Il timoniere indonesiano Jacob Rusli Bin non solo non comprese gli ultimi ordini di Francesco Schettino prima dell'impatto con gli scogli, ma durante le fasi precedenti, ha ricordato lo stesso Schettino interrogato oggi al processo di Grosseto, «non comprendeva cosa gli ufficiali di guardia» del ponte di comando della Concordia «gli dicevano» parlando in italiano. «Però - ha detto Schettino ridendo - capì come arrivare alla scialuppa» per lasciare la nave nel naufragio. Interrogato su Rusli Bin, Schettino ha anche detto: «Non l'ho nominato io timoniere» e «non ricordo se su altre navi della Costa lo ha avuto con me» come marinaio. E al timone, quando l'avrebbe avuto?, gli ha anche chiesto un avvocato di parte civile. «Quella notte del naufragio - ha risposto Schettino - mentre in precedenza mi pare che due settimane prima facesse la guardia sul ponte di comando». Ricordando come Rusli Bin gli fosse stato assegnato, Schettino ha ricordato che «erano sbarcati dei marinai» dalla nave «e tra quelli che hanno delle certificazioni mi mandarono Rusli Bin. Ma io non ho nominato timoniere Rusli Bin».

Ore 12.56 - "IL PERSONALE SI ESPRIMEVA A GESTI": La lingua di bordo sulla Costa Concordia? «Sarebbe l'italiano ma con parte del personale, soprattutto romeni e asiatici, impiegati alla macchina o come personale alberghiero, il nostromo si faceva capire a gesti». È quanto ha risposto a una domanda delle parti civili, Francesco Schettino. «E la lingua inglese?», ha aggiunto l'avvocato Massimiliano Gabrielli. «Diciamo che si facevano capire, parlavano le frasi di routine. Ma più che altro si facevano capire a gesti», ha anche detto Schettino.

 ​Ore 11.46 - CONTINUA L'INTERROGATORIO Schettino, su richiesta dell’avvocato di parte civile Massimiliano Gabrielli, dichiara che il livello di avanzamento di carriera degli ufficiali in Costa era molto veloce. “Mancava la cultura nautica, l’attenzione. Fui nominato anche rappresentante sindacale per rappresentare questi problemi alla compagnia. Per esempio Ambrosio a mio avviso non era pronto all’avanzamento di carriera, benché non avesse mai dato problemi come ufficiale di guardia.

Ore 10,38 - INIZIA L'INTERROGATORIO Iniziato l’interrogatorio di Schettino con le domande dell’avvocato di parte civile Cesare Bulgheroni, chiedendo all’imputato il curriculum vitae. Schettino ha sommariamente descritto di avere lavorato come mozzo per sette mesi, 5/6 anni sulle petroliere, 10 anni con la flotta di Stato, poi per una società americana. Un anno in Francia. Una volta passato in Costa è diventato comandante, dopo avere trascorso un periodo di tempo come secondo anche di Mario Terenzio Palombo, commodoro dei comandanti di Costa Crociere. Alla richiesta di quali fossero i rapporti con Palombo, Schettino ha risposto che non c’erano grossi problemi, “ma a lui non andava bene il mio modo di fare”.

9.53 - SCHETTINO ARRIVA AL TEATRO MODERNO: l'ex comandante Schettino è arrivato al Teatro Moderno per la nuova udienza che lo vede oggetto delle domande degli avvocati di parte civile. Schettino è arrivato su un'Alfa.