Uffici postali a rischio in Maremma, attesa per la sentenza del Tar

Molti i i sindaci maremmani presenti ieri a Firenze per protestare contro la chiusura Simbolicamentei primi cittadini hanno comprato un francobollo per accedere agli uffici

Alcuni sindaci grossetani con il capogruppo del Pd, Leonardo Marras

Alcuni sindaci grossetani con il capogruppo del Pd, Leonardo Marras

Grosseto, 4 settembre 2015 – L’attesa è iniziata. Arriverà probabilmente lunedì la decisione del Tar fiorentino sul ricorso presentato dai Comuni colpiti dal piano di riordino di Poste contro il provvedimento di chiusura degli uffici postali nei piccoli centri. L’udienza si è svolta ieri e da una parte sono state ripercorse le ragioni dei sindaci, la necessità di un servizio che rappresenta un presidio sul territorio, cui gli abitanti dei piccoli centri, in maggior parte anziani, si rivolgono non solo per i servizi di solito offerti dalle poste ma anche per tutta una serie di servizi alla cui assenza le poste hanno supplito da sempre, primi tra tutti gli sportelli bancari. Dall’altra le ragioni di un’azienda che, pur occupandosi di un servizio pubblico, ha comunque la necessità di pensare ai profitti, in un’ottica in cui un piccolo ufficio con pochi utenti la settimana è una spesa insostenibile. Tutti i sindaci maremmani si sono schierati, con la fascia tricolore, a chiedere di fermare il provvedimento.

L’avvocato Gabriele Melani, in rappresentanza dei Comuni interessati, ha chiesto al Tar un provvedimento cautelare con cui bloccare la chiusura, una sospensiva nell’attesa di pronunciarsi, con tempi più lunghi, nel merito della faccenda. I primi cittadini chiedono una «soluzione mediatrice», un compromesso in grado di assicurare dignità ai loro centri dislocati. Insieme a loro, le organizzazioni sindacali e dei consumatori che, a bandiere spiegate, alzano il lori no al blocco delle poste. «Siamo convinti che ci possa essere ancora margine di trattativa – afferma il sindaco di Castiglione della Pescaia, Giancarlo Farnetani – per assicurare un futuro alle nostre frazioni. Chiediamo un confronto che ci consenta di tenere aperti gli uffici al pubblico almeno un giorno a settimana. Su questo fronte siamo tutti uniti: diciamo a gran voce no alla chiusura degli uffici postali. Noi siamo tra i più colpiti dalla scure di Poste Italiane: due giorni fa hanno chiuso lo sportello di Buriano e a breve ci sarà lo stop anche di quello di Punta Ala. Già dal 2016 si prospetta però anche il fermo di Vetulonia e Tirli».

Oltre ai sedici uffici toccati adesso, infatti, ce ne sarebbero altri ventitré sui quali l’azienda sta facendo una serie di valutazioni, che se portassero i vertici regionali alle stesse conclusioni si tradurrebbero in una sorta di smantellamento del servizio postale sul territorio. Un epilogo prevedibile, nell’era delle email. Se non fosse che proprio i piccoli centri che andranno a perdere l’ufficio postale sono di solito quelli in cui persino la rete telefonica e in particolare i servizi internet hanno le maggiori difficoltà.

Riccardo Bruni