Fratelli d'Italia raccoglie firme contro il "business degli immigrati"

Gazebo in piazza Socci ogni sabato

Assessori e consiglieri comunali di Fdi Grosseto per la campagna "Tagliabusiness"

Assessori e consiglieri comunali di Fdi Grosseto per la campagna "Tagliabusiness"

Grosseto, 23 aprile 2017 - Coda, ieri mattina, al gazebo di Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale in piazza Socci per apporre una firma di sostegno alla proposta di legge parlamentare di iniziativa regionale presentata in Parlamento. A Grosseto è sceso uno dei promotori dell’iniziativa, il capogruppo Fdi-An in Consiglio regionale, Giovanni Donzelli per illustrare ai militanti, ma anche ai passanti, le ragioni di questa proposta legislativa. Una presentazione avvenuta insieme agli assessori comunali Fabrizio Rossi e Simona Petrucci e ai consiglieri comunali Bruno Ceccherini e Andrea Guidoni. «Anche nella nostra provincia – ha esordito Fabrizio Rossi – assistiamo a fenomeni di sfruttamento della questione migranti da parte di soggetti che pare si sentano autorizzati a fare qualsiasi cosa. E ciò si riflette inevitabilmente in situazioni di degrado sociale che viviamo tutti i giorni, oltre che in questioni di pubblica sicurezza. Il business dell’immigrazione favorisce solo le associazioni chiamate a gestire il fenomeno, mentre lascia nel degrado più assoluto gli stessi migranti che invece dovrebbero essere assistiti come meritano. I soldi vanno tutti alla cooperative, e le persone anziché essere accolte vengono lasciate in strada a fare ciò che vogliono».

Fratelli d’Italia è convinta che mettendo regole più stringenti per l’assegnazione dei fondi di assistenza ai migranti – fondi gestiti da associazioni e cooperative – si fermeranno anche le ondate degli sbarchi. «È gioco forza – dice il capogruppo di Fdi–An in Regione, Giovanni Donzelli – Una qualsiasi azienda privata che volesse accedere a fondi pubblici per una qualsiasi attività deve presentare un elenco infinito di documenti per avere i soldi. Le cooperative che si occupano di immigrati, invece, devono presentare solo l’elenco delle persone cui rivolgerebbero (in teoria) le loro cure. Ciò in forza di una legge del 1995 che il Governo Renzi prima e Gentiloni ora ha rirpeso tal quale senza inserire alcun obbligo di rendicontazione. Ecco: noi vogliamo modificare quella legge, senza negare assistenza o accoglienza. Ma chiedendo che le cooperative e le associazioni che si occupano di immigrati, prima di prendere soldi pubblici debbano presentare fatture quietanzate comprovanti l’effettivo acquisto dei beni messi a disposizione delle persone accolte. A Prato ho scoperto un biscottificio che ha smesso di fare i biscotti per dedicarsi al business degli immigrati mettendosi insieme a una cooperativa campana. Nelle prossime settimane, avvalendomi delle prerogative garantite ai consiglieri regionali scenderò in Maremma per capire se in questo territorio esistano casi analoghi. Visto che nessuna autorità controlla, lo faremo noi con il potere ispettivo».