Grosseto, 18 maggio 2011 - ANOMALIA Grosseto nel Granducato. Il coraggio non paga di primo acchito e il sindaco uscente sbriciola i suoi sogni al primo turno, dovendo passeggiare sui carboni ardenti di un’attesa lunga altre due settimane. Emilio Bonifazi, lo sdoganatore della sinistra radicale con cui ha governato per cinque anni. Bonifazi, il comandante di vascello che ha virato improvvisamente al centro stringendo la più travagliata delle alleanze con l’Udc del suo vecchio avversario Bellettini. Bonifazi, imprevedibile «no man» davanti alle lusinghe (leggi richiami) di qualsiasi schieramento o lista civica in campagna elettorale. Bonifazi, l’unico in lizza del Pd in Toscana a essere beffato da questo beffardo primo turno. E così, nel capoluogo maremmano, si tornerà al segreto dell’urna. Ballottaggio era nell’aria e ballottaggio è stato. Udc e Pd «laboratorio» nazionale non fa comunque flop. Tutt’altro. Il Polo della Nazione sfiora il 5 per cento e non delude. Sel e Rifondazione (alleati di cinque anni prima del coraggioso Emilio) invece non palesano la loro stella migliore, con i «grillini» — che di stelle ne hanno almeno quante un hotel di superlusso — si presentano col fattore sorpresa e spiazzano mancini e non. L’analisi del voto è presto servita. Bipartisan naturalmente: a sinistra dicono che «è tutto calcolato», mentre nel Pdl si canta a parziale vittoria evidenziando invece «la sconfitta di un sindaco che ha fallito e che la gente ora non vuole più». Prova ne sarebbe il fatto che dopo 15 anni si torna al confronto del secondo turno.

 

BONIFAZI l’ha detto a chiare lettere che non si apparenterà con alcuno. E andrà avanti così com’è partito. La sinistra ha invitato i suoi — meteo permettendo — ad andare al mare. Dall’altra parte della barricata Faust-Agresti (al secolo Luca, coordinatore provinciale del partito di Berlusconi) è pronto invece a vendere l’anima a qualsiasi diavolo pur di far sedere Mario Lolini sulla poltrona più morbida del municipio con vista Canapone. Il centrodestra ci crede. Sogna il colpaccio e vara la mobilitazione generale. Quella che, per contro, non c’è stata domenica e lunedì in laguna. Né, per forza di causa maggiore, nella ridente (ma inquieta) Castiglione della Pescaia. A Orbetello l’uomo di fiducia del ministro-sindaco uscente Matteoli, Rolando Di Vincenzo ha lasciato strada a una donna, Monica Paffetti (Pd), dopo l’affollata corsa delle Primarie e sulla scia della contestazione per la Tirrenica. Nel feudo di Monica Faenzi, l’esclusione choc della sua vice Mainetti, ha spianato la carreggiata al ri-sindaco Farnetani. L’onorevole del Pdl non si arrende e annuncia di andare avanti per la via giudiziaria con l’obiettivo di invalidare la consultazione. Tempi lunghi sulla costa. All’ombra del Canapone invece è già scattato il countdown.