Picchiata selvaggiamente in vacanza: dal 2010 la sentenza slitta al 2016

Giustizia lumaca. Botte a Castiglione: sei rinvii, anche per il caso Concordia

Un'aula di tribunale

Un'aula di tribunale

Grosseto, 2 marzo 2015 - FORSE il livido più doloroso è quello che lasciano cinque anni di udienze andate a vuoto e di rinvii. Con il rischio, a questo punto sempre più imminente, che quella violenta aggressione nell’agosto di cinque anni resti impunita per la prescrizione.

L’ultima proroga al processo è del 9 febbraio scorso: la data comunicata dalla cancelleria per la prossima udienza al tribunale di Grosseto è il 26 febbraio 2016. Altri 382 giorni senza giustizia: un vero calvario giudiziario quello che sta subendo una donna di origini transalpine ma residente a Firenze che il 26 agosto 2010, mentre era in vacanza a Castiglione della Pescaia, ebbe una vivace discussione con il figlio quarantenne della signora che abitualmente le affittava un appartamento sul mare. Il funzionamento della bombola del gas e altri piccoli problemi nell’abitazione – ha raccontato la turista – fecero scattare la furia dell’aggressore. Il referto del pronto soccorso parlava di lieve trauma cranico, frattura delle ossa nasali, traumi allo zigomo, a una coscia e a un braccio. Il tutto con una prognosi di 30 giorni. Assistita dagli avvocati fiorentini Luca Cianferoni e Luisa Renzo, la turista presenta la denuncia.

LA PRIMA udienza si svolge il 4 luglio 2011 e arriva subito il rinvio a giudizio dell’aggressore. Il procedimento di fronte al giudice monocratico per lesioni appare semplice, c’è qualche testimone per la difesa da sentire e da valutare la documentazione medica. Ma la giustizia lumaca non lascia scampo. Dal luglio 2011 ci sono altre sei udienze nelle quali il processo, dalla fase istruttoria, va avanti poco o nulla. «Colpa» anche del processo-monstre per il naufragio della Costa Concordia.

«In quasi quattro anni e mezzo dalla denuncia si sono soltanto sentiti solo alcuni testi – racconta l’avvocato Luisa Renzo – anche se nella prossima udienza del 2016 si arrivasse finalmente a sentenza ci sono poi i termini per l’appello e nel febbraio 2018, dopo sette anni e mezzo dall’accaduto, il reato si prescrive».

Ma c’è un ulteriore ostacolo, forse insormontabile, all’orizzonte: «Gli ultimi due rinvii sono legati all’indisponibilità del giudice – prosegue la legale della donna picchiata – perché il processo sarà affidato a un altro magistrato. Questo significa che andrà rinnovata tutta l’istruttoria: è come ripartire da zero».