Tre bastonate per uccidere l’anziano disabile

Lo sconcerto della nipote: "Spero non abbia sofferto"

I Ris sul luogo del delitto e, nel riquadro, la vittima

I Ris sul luogo del delitto e, nel riquadro, la vittima

Grosseto, 19 dicembre 2015 - "Spero solo che non abbia sofferto molto. Vederlo ridotto in quel modo è stato straziante. Non potevo immaginare una simile violenza". A parlare, dopo avere riconosciuto il cadavere dello zio Antonio Tucci, è la nipote dell’anziano disabile ucciso il 5 dicembre scorso a Castel del Piano e sorella del presunto assassino Claudio Orlando, che ieri mattina insieme a un altro nipote della vittima, è arrivata a Grosseto per il riconoscimento.

"E’ inconcepibile quanto accaduto – prosegue la nipote – Non mi rendo conto di come sia arrivato a tirare fuori tanta violenza", lo dice con un filo di voce, riferendosi al fratello che non nomina. Dopo il riconoscimento – passaggio dovuto – l’equipe di medicina legale dell’ospedale Le Scotte di Siena ha eseguito l’autopsia sul corpo del povero anziano. In realtà la causa della morte è stata evidente fin da subito: una parte della testa di Tucci era fracassata, con fuoriuscita di materia cerebrale. Probabilmente l’anziano, che è stato colpito quando si trovava seduto al tavolo di cucina, forse da dietro, non si è reso conto di che cosa stava per accadere e dopo il primo, violentissimo colpo, è svenuto.

Tre, quattro bastonate al massimo sarebbero state per togliere la vita a quel settantunenne che chiedeva soltanto di trascorrere la vecchiaia in pace, in quella casa che si affaccia sul Piazzone di Castel del Piano dove finalmente stava bene. Era a piano terra e per lui che aveva enormi difficoltà a camminare era l’ideale per poter uscire di casa alcune volte. Viveva da solo ormai dai molti anni Tucci, considerando che la moglie Ilva Lorenzoni, con la quale aveva lasciato Roma per un luogo più tranquillo, è morta da circa dieci anni. Era malato e viveva della sua pensione.

Ce la faceva, nonostante non fosse propriamente "d’oro". Quando quel nipote violento e allontanato da tutti gli altri familiari gli telefonò per chiedergli se poteva andare a vivere con lui e cercarsi un lavoro, nonostante la nipote lo avesse sconsigliato, Tucci decise di accoglierlo. Di dargli un tetto e un’altra possibilità. Ma la convivenza, iniziata a ottobre scorso, si presentò difficile. Cominciarono a litigare zio e nipote, anche perché probabilmente le intenzioni di Orlando erano di vivere con la pensione dello zio. Impossibile con 900 euro. Così alla fine di novembre Tucci disse al nipote di andarsene. Che non poteva più rimanere in quella casa. Orlando se n’è andò per una manciata di giorni.

Con la scusa di tornare a prendere alcuni vestiti che lo zio gli aveva fatto lavare, il due dicembre si è ripresentato a Castel del Piano – proprio quando lo zio aveva riscosso la pensione, maggiorata della tredicesima – e qui è rimasto fino al pomeriggio di sabato 5, quando nella piccola cucina dell’appartamento ha vigliaccamente ucciso lo zio, massacrandogli la testa con il bastone che lui utilizzava per uscire di casa. A quel punto Orlando ha portato via i pochi soldi dello zio, gli orologi e il cellulare – il cui utilizzo durante la fuga lo ha incastrato – e messo a soqquadro la casa per far credere a una rapina.

Ipotesi scartata fin da subito dagli inquirenti. Il nipote si è poi fatto accompagnare da un commerciante che aveva conosciuto fino alla stazione di Grosseto e da qui è tornato nel Lazio dove si è nascosto fino a venerdì scorso quando è stato arrestato dai carabinieri vicino Albano Laziale. In carcere a Velletri ha anche tentato di uccidersi. Il funerale di Tucci si svolgerà a Castel del Piano lunedì alle 15, dove poi la salma sarà tumulata.