Omicidio Santarelli: ennesimo rinvio per i tre complici

La vedova: «Delusa e amareggiata»

Matteo Gorelli

Matteo Gorelli

Grosseto, 23 aprile 2015 - I due passi della giustizia a confronto in una stessa, terribile, vicenda giudiziaria. La prossima settimana, mercoledì 29, per Matteo Gorelli si apre il processo in Cassazione. Cioè l’ultimo grado di giudizio, quello da cui uscirà la sentenza e quindi la pena definitiva per il ventiduenne condannato in appello a venti anni di reclusione per l’assassinio per l’aggressione mortale all’appuntato scelto dei carabinieri Antonio Santarelli, il 25 aprile del 2011. Per i suoi amici, tre minorenni che erano con lui durante l’agguato mortale, non è ancora decollato il processo di primo grado al tribunale di minori di Firenze. Ieri avrebbero dovuto iniziare a parlare i primi cinque dei ventitré testimoni dell’accusa. Ma in aula non è comparso nessuno, fatta eccezione per il perito che ha trascritto le intercettazioni telefoniche: tutto rinviato al 17 giugno. Niente di drammaticamente strano, purtroppo niente di inusuale quando si parla di tempi dei processi. Ne è rimasta particolarmente colpita, con notevole disappunto, la vedova dell’appuntamento morto un anno dopo la tremenda aggressione di Pasquetta vicino Sorano. «Sono delusa, amareggiata – ha commentato Claudia Francardi, che ha seguito il processo a Gorelli da vicino, assistita dal suo legale, l’avvocato Paolo Bastianini, così come ha deciso di fare per il procedimento in cui sono imputati i due ragazzi e una ragazza, che all’epoca dei fatti erano minorenni – Sono soprattutto perplessa di come si possa permettere un simile andamento».

COME darle torto. Gorelli, che all’epoca del delitto era l’unico maggiorenne si è preso tutta la colpa. Ha confessato. Sta espiando la sua pena nella comunità di recupero Exodus a Milano e nel corso degli anni ha anche instaurato un rapporto con la Francardi, la quale insieme alla madre del giovane, Irene Sisi, ha fondato l’associazione «Amo CainoAbele». Ma se i tre amici, due dei quali erano diciassettenni, sono stati rinviati a giudizio evidentemente qualche responsabilità deve essere stata individuata, non sentenziata, ma rilevata per la procura. A quattro anni di distanza, l’anniversario dell’omicidio sarà sabato prossimo, per i tre minorenni si devono delineare le eventuali colpe in primo grado. Dicevamo, appunto, i tempi diversi della giustizia.