Trovato morto nella fornace. "Con Guidarini un’altra persona"

I giudici di Appello: "L’incidente causato da un terzo non identificato"

LA TRAGEDIA La fornace dove morì Massimo Guidarini

LA TRAGEDIA La fornace dove morì Massimo Guidarini

Grosseto, 02 ottobre 2015 - "Lo scenario più probabile è che l’incidente mortale sia stato provocato dall’intervento di una terza persona non identificata". E’ la sconvolgente ricostruzione vergata nero su bianco dalla Corte di Appello di Firenze. Per questo i giudici fiorentini, sulla base alla ricostruzione del perito Giovanni Romanini, hanno deciso di rinviare gli atti alla procura di Grosseto per capire se davvero la tragica notte del’8 aprile 2007, nella fornace di San Martino Massimo Guidarini non era solo, come invece ricostruito dal giudice di primo grado, ed eventualmente chi ci fosse con lui.

La Corte fiorentina, quindi, non ha soltanto assolto i due imputati Luigino Nalesso e Flora Nencini, accusati di omicidio colposo per la morte di Massimo Guidarini, fuochista di 47 anni della San Lorenzo Laterizi, ma anche fornito una ricostruzione nuova del tragico infortunio. L’8 aprile del 2007 Guidarini copriva il turno dalle 21 alle 5, ma poco prima delle 22, dopo avere risolto una precedente brevissima interruzione del sistema di scorrimento dei carrelli, si sarebbe recato nella precamera per controllare meglio. Dopo avere bloccato lui stesso questa volta lo scorrimento mettendo in posizione "locale" il pulsante che si trova sopra il forno. Pulsante che però è stato trovato in "remoto", cioè nella posizione che serve per far scorrere i carrelli. In sostanza dopo il primo intoppo registrato dal sistema alle 21.26.19, che segnalava la "mancata chiusura" della controporta e quindi il blocco dello scorrimento, tutto è tornato normale alle 21.26.25, sei secondi dopo.

"In questo momento Guidarini – ricostruiscono i giudici – era al computer perché in pochissimi secondi cliccò col mouse sul tasto ‘reset’". Non è quindi in questa prima interruzione che il fuochista è stato agganciato dal carrello in scorrimento e ucciso, perché lui, è ancora al computer. Si è mosso dopo, quando «rimanendo sopra la struttura del forno ha spostato il selettore da "remoto" a "locale", per bloccare lo scorrimento, poi si è spostato dal computer ed è andato verso la precamera, forse per controlloare che cosa in precedenza aveva bloccato la controporta. "Qui ha posato la lampada portatile – ha spiegato il perito Romanini, come riportato nelle motivazioni della sentenza di Appello – è entrato nella precamera, fino alla controporta. Mentre Guidarini si trovava all’interno, quindi, un’altra persona, probabilmente accortasi del sistema bloccato ha riportato il selettore in ‘remoto’, riattivando lo scorrimento. Guidarini, pensando di essere solo, si è sorpreso della riattivazione e ha cercato di uscire attraverso il corridoio di 44 centimetri, ma prima la gamba destra e poi la sinistra sono rimaste incastrate tra la parete e i carrelli che stavano scorrendo". E’ in questo momento che Guidarini è morto, per dissanguamento. Ma chi ha riattivato il sistema?

Cristina Rufini