Alluvione: «Quella tragedia era prevedibile. Le opere in colpevole ritardo»

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Manciano dopo l'alluvione

Manciano dopo l'alluvione

Grosseto, 21 ottobre 2014 - LA TRAGEDIA era annunciata, e dunque «prevedibile». È il triste ma reale verdetto di Fabio Martellini, consigliere Ogt della provincia di Grosseto, che ieri a Firenze all’Auditorium dell’ente cassa ha analizzato la situazione idrogeologica  della regione insieme al presidente dell’Ordine dei geologi, Maria-Teresa Fagioli, e al presidente Fondazione dei geologi della Toscana, Mauro Chessa. «Era già capitato due anni fa — ha aggiunto — e dunque, se si continua a temporeggiare e a non cambiare cultura e ordini di priorità, nessuno si stupisca se capiterà ancora». Dopo la tragedia, immancabili sono seguite polemiche e difese. Tra chi, come il governatore Enrico Rossi, dalla sua pagina Facebook ha accusato il Consorzio di bonifica della Toscana del sud, sui ritardi nei lavori di adeguamento e messa in sicurezza dei corsi d’acqua. E chi, come il presidente Fabio Bellacchi, dati alla mano ha prontamente rispedito al mittente le critiche. «Per quanto riguarda le zone Albinia e Marsiliana — nota Martellini — anche se esiste già la progettazione, si è in ritardo con la realizzazione delle opere di messa in sicurezza. Situazione diversa per Saturnia e Manciano, dove invece è evidente una scarsa attenzione nella realizzazione di opere e insediamenti civili, costruiti nei pressi di fiumi e torrenti senza alcuna precauzione». La conclusione è che senza interventi di lungo periodo, il grossetano rischia seriamente di rimanere un territorio fragile e permanentemente esposto ad emergenze metereologiche sempre più violente, intense e frequenti. «Il Consorzio ha fatto qualcosa e avrebbe dovuto fare di più, è vero: ma quando cadono 160 ml d’acqua in quattro ore, ovvero un quarto della quantità di pioggia che cade in un anno, o si è pronti o c’è poco da fare. Il problema è un altro — sottolinea Martellini — e penso al fosso Sgrilla che corre parallelo alla strada statale. O alle terme di Saturnia, ampliata a partire dal 1980 senza un intervento di difesa idraulica, nonostante questa famosa struttura ricettiva sia adiacente al fosso di Gattaia. Le opere, gli argini, le casse di espansione possono solo mitigare il rischio. Il problema vero riguarda la cultura del territorio, la dimensione del rischio idrogeologico che non viene adeguatamente percepito dai cittadini come dagli amministratori. Ciò spiega le insufficienti risorse impegnate per la sicurezza e la manutenzione del territorio, e dunque il triste ripetersi di tragedie annunciate». ​Maurizio Costanzo