La Corte dei conti indaga sui rifiuti Guardia di finanza nella sede Ato

Il blitz per un esposto dei 5 Stelle sull’appalto vinto da Sei Toscana

La Corte dei conti  ha spedito la Guardia di finanza nella sede di Ato a Siena

La Corte dei conti ha spedito la Guardia di finanza nella sede di Ato a Siena

Grosseto, 22 maggio 2015 - La raccolta dei rifiuti va sotto la lente di ingrandimento della Corte dei conti. La Guardia di finanza, su mandato dei giudici contabili, si è presentata martedì negli uffici di Siena dell’Ato rifiuti Toscana sud ed ha acquisito atti, carte e documenti relativi alla gara unica per la gestione dei rifiuti nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo. Le fiamme gialle sono rimaste nella sede di Ato Toscana Sud due giorni, analizzando, copiando e sequestrando una grande quantità di documenti. Sotto i riflettori una gara contestatissima fin dalla sua nascita, che aveva visto alla fine un solo partecipante e mai resi noti i termini della gara. A smuovere le acque è stato un esposto del Movimento 5 Stelle di Grosseto.

«La Guardia di finanza si è recata presso la sede dell’AtoRifiuti a Siena, - si legge in una nota del Gruppo di Lavoro Interprovinciale Rifiuti del M5S-, ente pubblico sulla cui natura giuridica sussiste più di un dubbio, costituito nel 2011 in base alla legge regionale 69, ed ha requisito tutti i documenti relativi alla gara di affidamento. Quella gara che aveva condotto un gruppo di lavoro interprovinciale costituito a gennaio tra gli attivisti del Movimento 5 Stelle delle provincie di Grosseto, Siena e Arezzo, dopo attento studio, alla redazione di una mozione poi presentata in molti comuni delle tre province con cui si chiedeva di impegnare i sindaci a chiedere all’Ato Rifiuti l’annullamento della gara stessa. E gli elementi per il suo annullamento ci sono tutti». Per i pentastellati tanti sono i dubbi sulla questione.

«L’interesse della collettività non è stato tutelato – proseguono i 5Stelle-: uno per tutti il fatto che in base al bando non era contemplata alcuna competizione sull’entità del corrispettivo da pagare al gestore, al punto che nel contratto era addirittura prevista una fase iniziale transitoria al termine della quale l’Autorità avrebbe avviato un confronto con il gestore finalizzato alla determinazione del corrispettivo. Ciò significa che l’impresa che si aggiudicava la gara sarebbe stata poi libera di formulare all’Autorità qualsiasi richiesta economica non essendo più possibile a quel punto opporre vincoli di sorta alla sua entità. Un simile meccanismo non si pone solo in sostanziale contrasto con le previsioni normative in materia di concorrenza ma ha altresì una ricaduta economica estremamente concreta atteso che, così facendo, non si persegue lo scopo di garantire alla collettività il miglior servizio al minor costo».