Concordia, l'inchiesta di Report: "Malfunzionamenti nella nave"

Alla trasmissione di Milena Gabbanelli l'intervista all'ex comandante Schettino. La replica di Costa Crociere: "Nessuna irregolarità nella nave" TAPIRO D'ORO A SCHETTINO/SCHETTINO VINCE UN CAUSA/DOMNICA: "UN ELICOTTERO ASPETTAVA ME E SCHETTINO"

Schettino durante l'intervista a Report

Schettino durante l'intervista a Report

Grosseto, 13 ottobre 2014 - "La nave mi si è abbatuta addosso, non avevo altre opzioni se non quella di buttarmi in acqua o nella scialuppa". Così Francesco Schettino in un una lunga intervista rilasciata a Report, andata in onda stasera a Rai 3, che ha ripercorso le tappe del naufragio della ConcordiaDalla trasmissione emerge con chiarezza che l'inchino all'Isola del Giglio era previsto. La manovra, anche se contraria alle norme di navigazione, era stata scritta nero su bianco sul programma di bordo che risale a 6 mesi prima dell'impatto. "Era una prassi consolidata - dice Schettino - La rotta era tracciata ed era conosciuta da tutti gli ufficiali".  "Insomma l'inchino si faceva da anni e lo sapevano tutti - conclude la giornalista Giovanna Boursier - Anche il sindaco Ortelli e l'ex sindaco del Giglio": 

Poi il resoconto dell'impatto. "Ho visto la schiuma sullo scoglio - racconta - e ho posto in essere manovra evasiva. Non mi spiego perché chi era preposto non ha ritenuto di avvisarmi che ci stavamo avvicinando così tanto". Risulta dagli atti che Schettino assunse il comdando 6 minuti prima dell'impatto, quando già la nave era diretta verso gli scogli. Ordina al timoniere: "Tutto a destra, poi tutto a sinistra". Ma il timoniere Rusli Bin va dal lato opposto. Probabilmente perché non capiva la lingua.

Le regole, deduce la Boursier, permettono che il comandante si accorga solo in alto mare che il personale non sa la lingua, che il personale impreparato sottopagato".  Bin, era al timone da 20 giorni, prima si occupava di pulizia e verniciatura.

Un'ora per dare l'emergenza nave. "Erano i tempi dovuti per capire quello che stava succedendo - continua Schettino - Io sapevo che solo tre compartimenti stagno erano allagati. Purtroppo la nave si è abbattuta ma io dai computer non potevo prevederlo". E poi: "Io non ho abbandonato la nave, sono scivolato. Ho avuto la sensazione di inciampare e finire sulla lancia. Se fossi restato lì sarei caduto in acqua". 

A Report si evidenziano inoltre alcune contraddizioni nella gestione delle operazioni da parte della capitaneria di porto che guidava i soccorsi. Chi doveva dirigere, Roma o Livorno? De Falco dà ordini a Schettino - è la ricostruzione di Report - ma al comando ci dovrebbero essere i colleghi romani. L'ipotesi della Gabbanelli è che il recente dimensionamento del capitano sia dovuto proprio a una catena di comando saltata

La trasmissione prosegue con l'intervista ad alcuni avvocati di parte civile: "Il generatore di emergenza non ha funzionato - dice un legale - Ci sono errori di progettazione per cui non hanno funzionato neanche gli ascensori". Anche le scialuppe avrebbero avuto dei problemi. "Il personale di Costa non era addestrato a gestire l'emergenza".

Insomma, dice Schettino è "un'incidente che è stato causato da un'organizzazione", da un insieme di persone,  "anche se il comandante ha la funzione apicale". 

Report chiama in causa Costa Crociere: "Se si dovessero accertare malfunzionamenti delle navi in serie - dice un altro avvocato difensore delle vittime -  per Costa ci sarebbero costi altissimi". 

150 naufraghi hanno fatto causa alla Carnival proprio perché sostengono che siano stati errore nella progettazione. Il loro legale afferma. "Le navi da crociera sono sempre più squilibrate: sempre più voluminose sopra la linea d'acqua, sotto sempre più chiatte per attraccare anche nei piccoli porti. Carnival ora fa navi il doppio più grandi della Concordia". 

Poi l'affondo di Report  sul Rina, l'ente preposto ad attività di verifica e controllo nella costruzione delle navi.  In un'intercettazione che giace presso la procura di Genova, Paolo Parodi (Costa) afferma: "Rina fa tutto quello che vuole Fincantieri, faranno delle prove a mare finte". 

Non solo colpa di Schettino, è la tesi dunque di Report. Eppure nel processo per il naufragio è l'unico imputato. 

LA REPLICA DI COSTA: "NESSUNA IRREGOLARITA' NELLA NAVE" - "L'unico luogo deputato all'accertamento della verita'", sul naufragio di Costa Concordia, "e' il tribunale di Grosseto, dove e' in corso il processo. Nessuna irregolarita' e' emersa dalle perizie compiute sulla nave". Cosi' Costa Crociere dopo le anticipazioni di stampa sulla puntata di 'Report'. "La Societa' - si legge in una nota - si limita solo a far notare come ogni aspetto della costruzione e della manutenzione della nave e dei suoi componenti, cosi come quello della qualificazione professionale dei membri dell'equipaggio, siano stati oggetto di una lunga ed approfondita perizia condotta dai migliori esperti del settore, sotto la supervisione del Tribunale di Grosseto. Dai risultati di tale perizia, suffragata da un supplemento di indagine svolto a bordo della nave stessa, nessuna irregolarita' e' emersa, ne' con riferimento alla nave, costruita e mantenuta a regola d'arte, ne' rispetto alla preparazione del suo equipaggio, che anzi ha effettuato l'evacuazione della nave in condizioni rese assai critiche dal ritardo con cui e' stata dichiarata l'emergenza".