Ex ospedale addio, ruspe al lavoro: l’ala nord lascerà spazio al verde

Dopo anni di discussioni finalmente il via alle opere di demolizione, servirebbero 2 milioni per ridare lustro ad un luogo «caro» ai grossetani

Le ruspe al lavoro nella zona dell’ex ospedale

Le ruspe al lavoro nella zona dell’ex ospedale

Grosseto, 25 agosto 2015 - Un cancello chiuso ed il rumore di un mezzo in azione hanno dato il via alle prime operazioni di demolizione di parte dell’immobile dell’ex ospedale di via Ginori. Puntuale come un treno svizzero ieri mattina la ditta Massicci di Latina, la quale si è aggiudicata l’appalto per la demolizione del primo stralcio dell’immobile, ha iniziato le opere preliminari. Il cancello che dà sul cortile compreso tra l’ex ospedale, la chiesa San Francesco e la sede dell’università è stato chiuso e le macchine operatrici della ditta hanno iniziato a ripulire tutta la zona. Infestato da erbacce, cespugli, rampicanti e animali, il cortile ha subìto la fase preliminare dei lavori, con i mezzi che si sono messi in moto già a partire dalle 7 della mattinata di ieri. Della serie, finalmente qualcosa si muove.

Dopo anni di immobilismo, dopo le svariate Giunte che si sono rimpallate responsabilità, dopo campagne elettorali fondate sulla risistemazione dello stabile, da ieri è ufficialmente iniziata la nuova era dell’ex ospedale Misericordia. Un palazzo che da tempo ha perso il suo fascino, la sua prestanza, abbandonato ed addolorato tra anni di malcuranza, degrado e trascuratezza. Costruito a fine 1200, il palazzo nacque con la funzione di struttura assistenziale di pellegrini ed indigenti, per poi, nel Trecento, passare di mano. I frati Francescani infatti la cedettero all’Amministrazione che dal Settecento vi operò una profonda ristrutturazione: da ospedale del Beato San Giovanni Battista assunze la denominazione di ospedale della Misericordia. Successivamente poi vi si stabilirono due istituti superiori, in quella che è adesso l’ala sud ed ospita gli uffici dell’anagrafe comunale. L’ala nord invece è quella che da ieri ha visto i primi, marginali, lavori di demolizione ed è quella che versa anche nelle peggiori condizioni di degrado.

Il palazzo ha atteso con ansia una ristrutturazione, che non è mai arrivata a causa dell’elevato costo a cui qualunque Giunta sarebbe dovuta andare incontro. Servirebbero infatti oltre 2 milioni di euro per rimettere mano, e ridare lustro, ad un immobile a cui tantissimi grossetani sono legati, ma che si appresta a lasciare spazio ad un parco pubblico, sperando che questo non diventi, come sta accadendo alle Mura, la location perfetta per spacciatori e sbandati, come sottolineato anche da Fabrizio Rossi, capogruppo Fdi-An in consiglio comunale: «Un danno per tutta la collettività – dice Rossi-, poiché il patrimonio comunale e le sue volumetrie vengono annichilite, pare, in un «vago» verde pubblico che, a giudicare da come sono spesso gestiti i giardini comunali a Grosseto, altro non sono che luoghi destinati all’incuria o, peggio, all’accattonaggio».

Andrea Capitani