In Maremma, ricerca universitaria e cantine vitivinicole per un’innovazione sostenibile

L'obbiettivo è ridurre al minimo i trattamenti chimici in vigna

I ricercatori nelle vigne del Morellino

I ricercatori nelle vigne del Morellino

Grosseto, 10 agosto 2016. È stato presentato a Scansano il progetto d’innovazione in vigna e cantina che vede protagonisti i Vignaioli del Morellino di Scansano assieme ad altre cantine maremmane, in collaborazione con i ricercatori dell’Università della Tuscia e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Il progetto, finanziato dalla Regione Toscana, ha come capofila la storica cantina scansanese a cui si sono unite anche Fattoria Mantellassi, Fratelli BruniMontauto, assieme al Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano.

L’obiettivo è l’introduzione di nuove tecnologie nel processo produttivo al fine di ridurre al minimo l’uso di trattamenti chimici in vigna e in generale l’impatto ambientale. C’è l’utilizzo dell’ozono, un gas formato da tre atomi di ossigeno di cui s’intende sfruttare la funzione disinfettante e sanificante sulle foglie, e il fatto che e induce una maggiore resistenza sulla pianta. «In questa prima fase», spiega Mencarelli, «si sta testando un prototipo capace di diffondere sulle piante acqua ozonata (in attesa che venga realizzato il supporto per l'ozono gassoso) per valutarne l’efficacia contro varie malattie della vite quali la peronospera. L’obiettivo è creare un’alternativa valida e sostenibile ai trattamenti chimici».

L’ozono infatti non lascia residui e questo vuol dire che sarà possibile trattare la vigna anche pochi giorni prima della raccolta, senza alcun rischio per il consumatore. Questo gas sarà usato inoltre in cantina, sia per ridurre o eliminare l’impiego di solfiti nel vino, sia per le attività di disinfezione e sanificazione di strumenti e aree di produzione, permettendo in questo caso di recuperare le acque utilizzate e prive di residui, per una gestione ottimale delle risorse.