"Fotovoltaico: in pericolo 600 aziende della Maremma"

Confartgianato imprese Grosseto lancia l'allarme per le nuove norme e le relative incertezze varate da Regione Toscana

Il fotovoltaico

Il fotovoltaico

Grosseto, 19 ottobre 2016 - Batosta sul settore fotovoltaico: penalizzate 600 imprese del settore della Maremma. La denuncia arriva dalla Confartigianato, che mette in evidenza come la Regione Toscana abbia recepito il decreto legislativo che attua le disposizioni Ue sull’obbligatorietà di nuovi corsi di formazione professionali per installatori e manutentori, senza tuttavia fornire indicazioni operative su come adempiere a questo obbligo. Quando bisogna fare i corsi? Dove? Con chi?

«E’ la solita Italia che non cambia: si fanno norme avulse dalla realtà – dice Giovanni Lamioni, presidente di Confartigianato Imprese Grosseto – che scaricano incertezze e rischi sulle spalle delle imprese e dei cittadini. La mancata indicazione della tempistica degli aggiornamenti, obbligatori per tutte le imprese in attività nel settore, rischia di bloccare un intero comparto, quello delle energie rinnovabili, che dovrebbe rappresentare un traino per il lavoro e lo sviluppo della nostra economia».

E così il paradosso è servito: a ottobre c’è il rischio di sentirsi dire che entro fine anno 5mila imprese devono fare corsi formativi ancora non definiti. «Altro che incentivazione all’uso delle energie rinnovabili. Qui – dice Roberto Laucci, presidente di Confartigianato Termoidraulici Toscana – si va nella direzione opposta. La formazione professionale è fondamentale per il nostro lavoro e non intendiamo sottrarci agli obblighi: lo facciamo da sempre, a nostre spese. Ma dev’essere regolata da normative al servizio della crescita delle imprese, non dei soggetti che la erogano». L’ennesima batosta per il fotovoltaico.

«Così – aggiunge Romano Mati, presidente regionale di Confartigianato Elettricisti – si innesca un meccanismo di paralisi totale di un settore sul quale la Regione sembrava puntare parecchio, ma evidentemente solo a parole. Anni di investimenti in aggiornamento e innovazione potrebbero andare in fumo». Confartigianato è compatta nell’esprimere contrarietà. «Avevamo trovato un’interpretazione condivisa in vari tavoli consultivi tra le associazioni di categoria e gli assessorati regionali – ricordano Lamioni, Laucci, Mati e Giannoni – individuando un percorso che, nel rispetto della normativa nazionale e in linea con quanto già adottato da altre Regioni, garantirebbe un qualificato sistema formativo e di aggiornamento con una tempistica compatibile con le esigenze delle imprese e del mercato. Ma, ad oggi, continuano a mancare ulteriori e necessari atti che facciano chiarezza sulle scadenze».