Giovedì 18 Aprile 2024

"Cinecittà", la fabbrica dei sogni: racconti e canzoni con Cristian De Sica in scena al Moderno

Già vicino al sold-out lo spettacolo in programma per martedì 16 dicembre / AL VERDI A FIRENZE-FOTO

Christian De Sica al Teatro Verdi in "Cinecittà" (foto Tania Bucci/New Press Photo)

Christian De Sica al Teatro Verdi in "Cinecittà" (foto Tania Bucci/New Press Photo)

Grosseto, 14 dicembre 2014 - "La prima volta che sono andato a Cinecittà ero bambino, con mio padre che stava girando un film con Rossellini". Il rapporto fra Cinecittà e Christian De Sica è profondo già da prima della sua nascita grazie al padre Vittorio e alla madre Maria Mercader. Christian è cresciuto a Cinecittà prima da adolescente accompagnando il padre, poi con i primi piccoli ruoli per approdare agli Studi da attore affermato. E’ cresciuto con Rossellini e i suoi figli e ha sposato la sorella di Carlo Verdone. Ha partecipato a decine di film da protagonista, raccogliendo un grande successo. Martedì 16 dicembre il tour di "Cinecittà" approderà al teatro Moderno di Grosseto, con inizio alle 21. E siamo già quasi al sold-out. Una favola, diretta dalla regia di Giampiero Solari e con le coreografie di Franco Miseria, accompagnata da musiche indimenticabili.

Fabbrica di sogni, storia del nostro Paese, lo spettacolo è un omaggio a quel mondo magico?

"E’ uno spettacolo musicale, leggero, che intrattiene divertendo, con momenti di tenerezza quando affiorano ricordi personali di personaggi come Sordi, quello intimo, o quando racconto della storia d’amore tra mio padre e mia madre. Ci sono le speranze degli attori, il cinema povero e d’autore, i grandi cast americani ma anche i cinepanettoni e le pubblicità. Cinecittà è famosa nel mondo quanto Hollywood. E le sue alterne vicende ricordano molto la storia del nostro Paese. Ho trovato interessante costruire uno spettacolo musicale leggero che portasse la gente dietro le quinte. Non credo nei musical americani riadattati in italiano. Meglio fare cose nostre, anche se canto canzoni di tutti i generi".

Dà spazio anche alle comparse, quelle che ci sono in tutti i film ma nessuno ricorda.

"Certo, perché le comparse sono i pilastri del cinema anche se nessuno le conosce".

È scaramantico prima di entrare in scena?

"No, anche se ho un po’ di strizzetta quando entro e inizio con venti minuti da solo sul palco. Ma mi faccio il segno della croce e vado, poi il pubblico mi vuole bene e mi passa".

Quest’anno niente cinepanettone ma il film ‘La scuola più bella del mondo’. Si era stufato?

"Non ne potevo più di quei ruoli, delle stesse battute e di quel linguaggio. Avevo voglia di cambiare e sono contento di aver recitato nel film di Miniero, dove sono un preside burbero, competitivo e pignolo che però crede nell’insegnamento. Una commedia delicata, adatta a tutti. Ma questo non significa che non farò mai più cinepanettoni. E poi queste vacanze di Natale le passerò proprio con De Laurentiis. Quindi chissà...".