Frane, condotte vecchie e costi. Tutti i 'nemici' dell’Acquedotto

Tiberi: «I problemi ci sono, ma esistono anche progetti e investimenti»

(Foto Aprili)

(Foto Aprili)

Grosseto, 29 dicembre 2015 - DUE ANNI di lavoro. Duro e con un obiettivo: incrementare l’efficienza e la qualità del servizio. Tiberio Tiberi ha raccolto l’eredità al timone di Acquedotto del Fiora da Claudio Ceroni. 

Iniziamo dalla depurazione, visto che l’Europa ha imposto regole rigorose.

«Entro il 2015 c’è stato chiesto di dotare del depuratore i corsi d’acqua dove confluiscono scarichi di oltre 2000 abitanti equivalenti. Acquedotto del Fiora è riuscito ad evitare le sanzioni risolvendo le ultime quattro problematicità: ovvero Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Montalcino e Manciano dove è in corso la costruzione dei collettori fognari e dei depuratori. I costi? Per il 2014 abbiamo speso 7 milioni di euro, ma nel quadriennio l’investimento salirà a 36 milioni».

Nel suo mandato c’è stato anche il consolidamento del debito.

«Esatto. Dal 2007 Acquedotto del Fiora gestiva il debito che è servito ad anticipare gli investimenti attraverso dei prestiti ponte. Rispetto ai 175 milioni previsti dal piano d’ambito del 2011 il debito è stato consolidato a 143 milioni. Il debito accumulato dal 2002 al 2015 ha consentito di realizzare nel periodo 340 milioni di investimento».

I nuovi progetti?

«Sono stati realizzati importanti interventi per ottimizzare e mettere in sicurezza parti della dorsale del Fiora come il raddoppio della dorsale Dn800 per una lunghezza di 1600 metri. Mentre è in corso di completamento la nuova condotta dorsale Dn600. Oltre ai lavori di raddoppio delle condotte sono da segnalare anche le sostituzioni delle obsolete apparecchiature delle camere di manovra. Grazie a questi interventi siamo riusciti a gestire l’emergenza frane in corso dai primi mesi del 2015 limitando il disagio per i cittadini. Per i prossimi anni Acquedotto del Fiora ha impegnato nel proprio strumento di programmazione investimenti per oltre 5 milioni di euro».

Sono tanti, però, i problemi che rimangono in un acquedotto ormai vecchio.

«Il 2015 è iniziato per il Fiora all’insegna dell’instabilità geomorfologica di ampie aree dell’Amiata Grossetana e dell’alta Maremma. Oltre 150 fronti franosi stanno coinvolgendo le due grosse arterie idriche la dorsale Arbure e la dorsale Fiora. Per avere un’idea di quello che sta accadendo basti pensare che nei primi 3 mesi del 2015 abbiamo avuto più frane dei precedenti 15 mesi. L’automazione ha consentito di gestire le riparazioni senza che l’utenza ne avesse un gravi disservizi, grazie ai serbatoi e al centro di telecontrollo di Grancia che ci consente di monitorare e grazie anche alla capacità dei dipendenti e la capacità di aziende del territorio per la manutenzione. Per dotarsi di un acquedotto nuovo servirebbero centinaia di milioni: ecco perchè è stato fatto un sezionamento attraverso valvole telecomandate e la parallelizzazione per gestire in modo automatico».

Acqua ottima dal punto di vista microbiologico, anche se non mancano zone critiche.

«La qualità dell’acqua è ottima ed è anche migliorata per il maggior afflusso di sorgente e favorita anche dalla riduzione dei consumi. Ci sono anche delle problematiche da risolvere: come il lago Bicocchi a Follonica, in base al monitoraggio Arpat, è risultato inquinato da manganese. Stazionaria la situazione del Casone di Scarlino dove non si registrano valori in aumento di arsenico con i pozzi che sono comunque dotati di sistema di abbattimento. Sul Senese sono entrati in funzione i sistemi di filtrazione a Rapolano Terme che abbattono le concentrazioni di calcio in maniera significativa».

Matteo Alfieri