La strage di via D'Amelio nel ricordo dei parenti di Agostino Catalano

Questa mattina in questura i familiari del caposcorta di Paolo Borsellino

Il luogo della strage avvenuta il 19 luglio 1992

Il luogo della strage avvenuta il 19 luglio 1992

Grosseto, 23 maggio 2017 - I famigliari di Agostino Catalano, agente di polizia caposcorta del magistrato Paolo Borsellino, morto insieme al giudice antimafia nell’attentato di via D’Amelio, questa mattina incontreranno i poliziotti in servizio e in pensione della questura di Grosseto. L’appuntamento è in programma alle 9.30 nell’auditorium della questura. Ieri mattina, intanto, i familiari di Agostino Catalano hanno incontrato gli alunni della scuola media «Giovanni Pascoli».

Un incontro realizzato nell’ambito della manifestazione nazionale chiamata «L’agenda ritrovata» alla quale il Gruppo Agostino Catalano – Maremma ha aderito sin dal principio organizzando numerosi eventi sul territorio. «Partecipare a questo incontro – si diceva tra coloro che hanno assistito all’evento alla scuola Pascoli – è stata una occasione per dimostrare solidarietà e vicinanza ai familiari di una persona che ha consapevolmente dato la propria vita per gli ideali di giustizia e verità in cui credeva e ascoltare la loro testimonianza per non dimenticare».

Il gruppo Agostino Catalano – Maremma è parte attiva del Movimento Agende rosse nato su impulso di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo. E’ un movimento costituito da cittadini che operano affinché sia fatta piena luce sulla strage di via D’Amelio a Palermo del 19 luglio 1992 nella quale, oltre al magistrato antimafia, persero la vita anche gli agenti di polizia Emanuela Loi, Agostino Catalano, Claudio Traina, Eddie Walter Cosina e Vincenzo Fabio Li Muli.

Paolo Borsellino credeva molto nel coinvolgimento delle giovani generazioni. Disse, infatti: «Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo». È proprio con questo spirito che il gruppo Agostino Catalano – Maremma collabora con le scuole, proponendo attività legate alla conoscenza delle stragi di Capaci e di via D’Amelio e delle persone coinvolte in esse, affinché i giovani possano diventare più consapevoli di un passato molto recente che riguarda non soltanto la Sicilia, ma tutta l’Italia.