Stop per il regolamento sulle manomissioni: arrivano i ricorsi al Tar

Il documento del Comune è stato impegnato da aziende di servizi pubblici e telecomunicazioni

Lavori stradali a Grosseto

Lavori stradali a Grosseto

Grosseto, 22 ottobre 2017 -  Brusca frenata per il regolamento comunale sulle manomissioni. Il documento, presentato dal Comune di Grosseto lo scorso maggio, dovrà “scontrarsi” con il ricorso al Tar della Toscana presentato dalle aziende di sottoservizi (acqua, gas, elettricità, telecomunicazioni) che hanno impugnato il regolamento. L'atto, presentato dall'assessore ai Lavori pubblici Megale nella scorsa primavera, serviva – secondo l'Amministrazione comunale – a far sì che ogni azienda che sarebbe in futuro andata a manomettere il suolo stradale di proprietà comunale dovesse pagare una cauzione a garanzia della perfetta esecuzione dei lavori. In passato infatti era capitato che alcune aziende non avessero ripristinato il manto stradale, o i marciapiedi, a regola d'arte dopo aver effettuato un intervento nei sottoservizi. Questo causando un disagio al Comune. La scorsa primavera quindi l'Amministrazione aveva redatto un regolamento sulle manomissioni che servisse a garanzia della perfetta realizzazione dei lavori di ripristino. Aziende, gestori di servizi pubblici e di telefonia però hanno fatto tutti ricorso al Tar della Toscana. Le strade spesso sono interessate da lavori alle condotte di acque, alle fognature, al metano, alle infrastrutture telefoniche, elettriche o alle fibre ottiche. E in passato era capitato che i lavori di ripristino del suolo non fossero stati fatti a regola d’arte. Cosa accadeva, che spesso l’asfalto delle strade fosse pieno di toppe che cedevano, magari poco curate. Il regolamento disciplina l'attività di chiunque intenda procedere alla manomissione di suolo pubblico in ordine a nuove opere da eseguire, a riparazioni, a sostituzioni, a consolidamenti di manufatti nel sottosuolo. Un documento ritenuto utile dal Comune, soprattutto a garanzia delle proprie strade e infrastrutture. Nel regolamento poi era stato introdotto la strumento della cauzione, che veniva chiesta alla ditta che svolge i lavori, e che sarebbe stata restituita dopo due anni: tempo necessario per far venire alla luce eventuali anomalie e che permetteva al Comune di verificare il perfetto stato dell’opera ripristinata. Nel regolamento era inoltre indicato che i lavori dovevano essere eseguiti a perfetta regola d’arte, con l'osservanza delle norme, nonché delle altre prescrizioni indicate nell’autorizzazione e quelle eventuali che il tecnico incaricato della sorveglianza riteneva opportuno impartire nel corso dei lavori. Un regolamento che aveva fatto storcere il naso alle aziende in questione, e su cui adesso dovrà pronunciarsi il Tar.