Nozze Gay, ora è la Procura che fa ricorso contro il Tribunale

Dopo la decisione di ritrascrivere il matrimonio in Comune / IL TRIBUNALE DICE DI NUOVO SI' ALLA TRASCRIZIONE / ANNULLATA LA TRASCRIZIONE

UNIONE A STELLE E STRISCE Giuseppe Chigiotti (a sinistra) e Stefano Bucci durante il loro matrimonio celebrato a New YorkNozze Chigiotti

UNIONE A STELLE E STRISCE Giuseppe Chigiotti (a sinistra) e Stefano Bucci durante il loro matrimonio celebrato a New YorkNozze Chigiotti

Grosseto, 10 marzo 2015 - ERA PREVEDIBILE. Ma la battaglia che ha iniziato la procura di Grosseto contro la trascrizione dei matrimoni gay non si arresta. I magistrati grossetani hanno infatti presentato ricorso contro la decisione del tribunale di Grosseto che, il 26 febbraio scorso, aveva stabilito che il matrimonio contratto all’estero tra Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci doveva essere trascritto nel registri di stato civile del Comune maremmano. A ricorrere al tribunale erano stati gli stessi Bucci e Chigiotti dopo che la Corte d’appello di Firenze, a cui aveva fatto ricorso la procura grossetana circa un anno fa, aveva annullato la precedente sentenza che invece ordinava la trascrizione del matrimonio omosessuale contratto all’estero nel registro delle unioni civili.

Nelle carte che Maria Navarro, facente funzione di procuratore capo della Repubblica di Grosseto, ha spedito alla Corte fiorentina ci sarebbero anche elementi diversi rispetto al precedente ricorso che alla fine comunque portò all’annullamento. Una storia «intricata» quella tra Bucci e Chigiotti. Giornalista milanese il primo e architetto grossetano il secondo. Uniti da sempre con l’idea fissa di raggiungere gli stessi diritti di una coppia cosiddetta «normale», forzando quelle leggi che in Italia da sempre sostengono il contrario. Ovvero che due persone dello stesso sesso non possano contrarre matrimonio in Italia. Giuseppe Chigiotti e Stefano Bucci si sono sposati nel dicembre del 2012 a New York grazie all’italoamericano Andrew Cuomo, governatore dello stato di New York, nel cuore di Soho in Broome Street, uno dei quartieri più trendy della Grande Mela. Una decisione che arrivò dopo anni di pensieri. Decisione che portò la coppia, successivamente, a chiedere la trascrizione dell’atto di matrimonio al Comune di Grosseto. Il segretario generale dell’amministrazione di Bonifazi, Mario Venanzi, si rifiutò e, assistiti dall’avvocato Claudio Boccini, i due fecero un primo ricorso. Fu il giudice di Grosseto Paolo Cesare Ottati, nonostante la contrarietà della Procura, a dare il via libera al matrimonio, «scrivendo» di fatto – nell’aprile del 2014 – la prima storica sentenza. Qualche giorno dopo l’atto fu trascritto in Comune e i due omosessuali divennero una coppia con gli stessi diritti di tutte le altre. Pochi giorni però, il procuratore Francesco Verusio impugnò l’atto e fece reclamo in Corte d’Appello contro la trascrizione del matrimonio e in ottobre la corte annullò la trascrizione. Il sindaco, quindi, diede mandato di cancellare il matrimonio dal registro dello Stato civile. I due sposi, però, hanno ricominciato l’iter in tribunale e nel febbraio scorso un altro giudice, dopo due udienze, ha di fatto dato ancora ragione ai due gay. Adesso il ricorso della Procura. Per una storia che non pare avere fine.