Problema ungulati, Coldiretti lancia l'allarme "Nessun passo in avanti, è emergenza"

La questione dei danni dei cinghiali alle coltivazioni non pare essere risolta

Il presidente provinciale Marco Bruni

Il presidente provinciale Marco Bruni

Grosseto, 19 luglio 2017 - Nessun passo avanti per mettere un freno all'emergenza cinghiali. Coldiretti Grosseto lancia l'allarme, e lo fa a distanza di un anno dalla protesta dell'associazione di categoria in piazza Duomo a Firenze davanti alla sede della Giunta Regionale per denunciare una situazione non più sostenibile per i danni dei selvatici. “Ad un anno e mezzo dall’approvazione della legge regionale per la gestione degli ungulati in Toscana - dice Marco Bruni, presidente di Coldiretti Grosseto -, la situazione si è ulteriormente aggravata. Non si vedono gli effetti di una gestione “straordinaria” degli ungulati che in tre anni avrebbe dovuto riportare le popolazioni di questi selvatici entro i limiti di sostenibilità per l’agricoltura e l’ambiente”. Secondo Coldiretti infatti sarebbe stato messo in atto un vero e proprio boicottaggio della legge, che di fatto resta inattuata in alcune parti fondamentali.

“Per le aree coltivate, nelle quali la presenza degli ungulati non è compatibile con l’attività agricola – afferma Andrea Renna, direttore di Coldiretti Grosseto-, va fatta una precisa verifica dei risultati ottenuti dalla caccia di selezione ed occorre semplificare il sistema di regolamentazione degli accessi, gestito dagli Atc. I piani di controllo per contenere i danni alle produzioni agricole vanno potenziati, aumentando il personale della Polizia provinciale impegnato in tali interventi e riducendo i tempi di risposta alle richieste di intervento”.

“In queste aree – continua Renna - va escluso l’affidamento continuativo della caccia in braccata alla medesima squadra, applicando esclusivamente l’affidamento a rotazione mediante sorteggio”. Tra le proposte di Coldiretti presentate in Regione anche la necessità di approvare una nuova delimitazione delle aree vocate al cinghiale, da applicare a partire dall’attuale stagione venatoria, escludendo dalle aree vocate tutti i terreni coltivati che sono inseriti nei piani di coltivazione predisposti dalle imprese agricole ai fini dell’accesso ai contributi PAC e prendendo come riferimento la cartografia dell’uso del suolo utilizzata da Artea per il pagamento degli aiuti comunitari. Coldiretti ritiene che questa emergenza debba essere affrontata con misure straordinarie, in cui si debba anche mettere in discussione chi è chiamato ad applicare la legge e chi debba verificarne l'applicazione. Non è più possibile continuare a mettere a rischio la sicurezza dei cittadini e la sopravvivenza di tante imprese agricole.