Caso Capalbio, l'attrice Guerrini pronta ad accogliere due migranti

L'attrice scrive al sindaco Bellumori per una riflessione sull'accoglienza

Elena Guerrini

Elena Guerrini

Manciano (Grosseto), 22 agosto 2016 - Migranti a Capalbio: dal vicino comune di Manciano un esempio di solidarietà. L’attrice Elena Guerrini risponderà al bando pubblicato dall’amministrazione capalbiese per sondare la disponibilità dei privati ad accogliere alcuni dei 50 migranti destinati alla piccola Atene. Ricordando la fuga dall’Istria che subito dopo la Seconda Guerra Mondiale portarono la sua famiglia prima in provincia di Treviso e poi in Maremma, l’attrice è pronta a ospitare una madre e un figlio che fuggono da una situazione di evidente difficoltà nel loro paese di origine.

La Guerrini offre questa sua disponibilità in una lettera intrisa di sesnibilità inviata al sindaco di Capalbio, Luigi Bellumori. Una missiva che è allo stesso tempo uno sfogo e un invito alla riflessione. «Da giorni – scrive la Guerrini – leggo su tutti i giornali il dibattito sull’accoglienza di 50 migranti all’interno del borgo di Capalbio. Capisco che possa essere un problema o una emergenza. Sui social e non solo ho letto spesso parole che sono molto lontane da accoglienza e gratitudine: ho letto la rabbia di molti abitanti; paura e sconcerto e anche tanti punti interrogativi. Ho riflettuto molto in questi giorni, e insieme ai miei collaboratori del ‘Festival a veglia a teatro col baratto’ abbiamo deciso che il tema che caratterizzerà la decima edizione del festival sarà proprio l’accoglienza. È un dovere dell’Arte essere vicina alla politica e all’attualità. Accoglienza perché siamo tutti migranti per natura, attori, musicisti, artisti, contadini , marinai e pastori, e muovendoci saremo sempre estranei per qualcuno – scrive ancora la Guerrini – l’accoglienza ci salva nei confronti degli altri e di noi stessi, e la gratitudine per ciò che abbiamo è un pensiero che sorge spontaneo. Lo straniero, dal migrante, al turista al rifugiato diventa maestro di vita e portatore di altri mondi e filosofie. Accogliere l’altro è accogliere la parte oscura di noi stessi , sconosciuta e problematica. Accogliamo con l’altro la nostra ombra».

«Ho avuto tanto dalla vita – conclude l’attrice – e mi è stato insegnato dai miei genitori che chi ha avuto tanto, deve dare tanto. Vorrei, anche se io non sono residente a Capalbio, ma a Manciano, partecipare al tuo bando e condividere con dei profughi la mia casa in nome dell’accoglienza che 70 anni fa ebbe mia madre bambina, accogliere dunque, se sarà possibile una madre e un figlio che fuggono da una situazione disperata in casa mia, sarebbe un bel confronto e un esempio per mio figlio Dario e per la sua formazione futura in fatto di solidarietà».