Sangue, l'Avis lancia l'allarme: donazioni in calo

Aumenta il numero dei donatori, che però si recano poco spesso al centro trasfusionale

Centro trasfusioni

Centro trasfusioni

Grosseto, 14 gennaio 2016 - Aumenta il numero dei donotari, ma precipita quello delle donazioni. Dal comitato provinciale dell’Avis di Grosseto emerge un quadro poco rassicurante circa l’approvvigionamento di sangue in Maremma. Soprattutto per quel che si prospetta in questo 2017. Per questo si rinnova l’appello a tutti i donatori di recarsi a donare il sangue non appena se ne ha la possibilità. Gli uomini possono donare ogni tre mesi, le donne ogni sei. Ieri mattina nella sede Avis di via Varese a Grosseto, il responsabile scientifico Avis, Marco Ciacci, ha fatto il punto della situazione partendo dalla criticità attuale, che viene confermata anche se le scorte per le emergenze sono intatte, per poi rappresentare il quadro dell’anno passato e cosa ci attende per l’immediato futuro.

Un dato incoraggiante è sicuramente rappresentato dai 638 nuovi donatori di sangue che su tutta la provincia si sono iscritti nel corso del 2016, portando il totale della forza donatrice a 7727 unità contro i 7677 del 2015. Meno positivo, invece, il numero delle donazioni, sceso del 2,74% rispetto al 2015: 12.193 contro 12.537. Ci sono donatori che non si recano al centro trasfusionale, dunque, o che non lo fanno con opportuna regolarità. Come mai? Secondo quanto affermato da Marco Ciacci sembra abbia inciso anche la pesante crisi economica. Alcuni datori di lavoro non concederebbero l’autorizzazione ai propri dipendenti per recarsi a donare al sangue per esigenze di produzione. O, più probabilmente, sono gli stessi donatori-lavoratori che in questo momento di difficile congiuntura economica piuttosto che suscitare le antipatie del «capo», costretto comunque a pagare la giornata, preferiscono rinunciare alla donazione e tenersi stretto il posto di lavoro.

Una casistica che pare annidarsi sopratutto nelle sacche di occupazione disciplinata con i cosiddetti voucher. Se non vai al lavoro in un determinato giorno perché devi andare a donare il sangue, il tuo posto quello stesso giorno viene preso da un altro che magari viene riconfermato anche per l’indomani e così via. «È anche per questo – dicono all’Avis – che chiediamo alle autorità preposte di organizzare un sistema trasfusionale a misura di donatore. La società è cambiata e con essa le sue regole di ‘sopravvivenza’ quotidiana. I modi e i tempi per donare il sangue, invece, sono rimasti sempre gli stessi». Secondo alcuni donatori di sangue, invece, il motivo del calo delle donazioni risiede anche nel mancato ricambio generazionale. Non ci sarebbero molti giovani tra coloro che periodicamente si recano al centro trasfusionale. Eppure proprio nel 2016, secondo Avis, si sono registrati 173 ragazzi di età compresa tra 18 e 25 anni nuovi donatori. anfa