Due auto della Cgil danneggiate in due giorni. Il sindacato: "Gesto intimidatorio"

Le auto erano state utilizzate per sopralluoghi contro il caporalato

Claudio Renzetti

Claudio Renzetti

Grosseto, 24 settembre 2016 - Più che un atto vandalico, un atto intimidatorio. E' quello che ha subito la Cgil di Grosseto negli ultimi giorni. Il sindacato dei lavoratori, che ha la propria sede in via Repubblica Dominicana, è stato vittima di un duplice danneggiamento. Due macchine di proprietà della Cgil sono state infatti danneggiate: due Fiat Punto, una danneggiata mercoledì notte, con un vetro sfondato, e l'altra rinvenuta ieri alle 8 a cui era stato divelto lo specchietto sinistro, ed erano stati rinvenuti alcuni cavi elettrici tagliati. Le auto, che erano senza la sigla della Cgil nel parcheggio assieme ad altre vetture, sono state le uniche ad essere danneggiate. Il sindacato ha avvertito immediatamente la Polizia, e sul posto è arrivata la Digos e la Scientifica.

A far presumere ad un'intimidazione è il fatto che le auto venivano usate per sopralluoghi dei sindacalisti in luoghi dove venivano reclutate persone dai caporali per poi essere impiegate nei campi. «In questo momento – spiega il segretario della Camera del lavoro di Grosseto, Claudio Renzetti – non facciamo nessuna ipotesi rispetto a quello che è successo, e ci affidiamo alle indagini della Polizia. La Cgil è un sindacato che ogni anno in provincia di Grosseto gestisce circa 300 vertenze e quindi è prudente non esprimere giudizi perentori rispetto a quello che comunque sembra essere un evidente atto d’intimidazione».

La prima auto danneggiata giovedì non aveva fatto pensare ad un atto intimidatorio, ma ad un gesto vandalico. Il secondo atto però, e il ritrovamento dei cavi tagliati, ha insospettito i sindacalisti della Cgil. «Siamo un’organizzazione costantemente esposta su tanti fronti sociali perché ci mettiamo sempre la faccia e non rinunciamo mai a dire cosa pensiamo, come sulla difesa dei valori antifascisti della Costituzione, o a denunciare abusi e situazioni d’illegalità – aggiunge Renzetti-, come abbiamo fatto nel caso del caporalato in agricoltura. Quando la nostra gente ha documentato le condizioni indegne dei lavoratori reclutati dai caporali, costretti in centinaia a dormire in accampamenti posticci vicino all’ippodromo e all’argine dell’Ombrone, o ha denunciato azioni di reclutamento nelle vicinanze dei centri di accoglienza dei richiedenti asilo. Questi atti d’intimidazione, ad ogni modo, ci motivano ancora di più a insistere nella nostra azione. Come sempre serenamente e mantenendo la calma, a testa alta e alla luce del sole».