Gli auguri di Natale del vescovo Cetoloni: "Tenete presenti i quattro verbi"

L'invito ad attendere, desiderare, ringraziare e agire

Il vescovo Rodolfo Cetoloni

Il vescovo Rodolfo Cetoloni

Grosseto, 25 dicembre 2017 - Attendere, desiderare, ringraziare, agire. Sono i 4 verbi che il vescovo Rodolfo Cetoloni propone come chiavi di lettura del Natale che arriva. È su di essi, infatti, che Cetoloni ha impostato il messaggio natalizio per tutta la comunità diocesana e per il territorio, per proporre una riflessione che aiuti a calarsi con maggiore consapevolezza nel mistero grande dell’incarnazione di Dio, che si fa uno di noi.

Il messaggio, in 8mila copie, distribuito nelle parrocchie e all’ingresso del palazzo vescovile, riporta, nella facciata, la Natività esposta dal 7 dicembre all’ingresso dello stesso Episcopio, che raffigura l’annunciazione dell’angelo a Maria e la nascita del Signore. Due scene semplici, nelle quali è racchiuso tutto il senso della festa che celebriamo e delle attese, speranze, impegno degli uomini nel quotidiano. Da qui la scelta del Vescovo di proporre i quattro verbi, come quattro itinerari, l’uno successivo all’altro, che «conducono con uno sguardo nuovo dinanzi alla grotta di Betlemme per contemplare il Dio bambino, che è tutto il senso della nostra esistenza».

«Attendere contiene in sé qualcuno intravisto, promesso – commenta il vescovo – Noi non lo vediamo, ma siamo certi: sta arrivando». È il cammino di attesa che nei secoli hanno compiuto coloro che hanno atteso il Messia; è il cammino che ogni anno percorriamo nell’Avvento. È un’attesa che «sveglia il desiderare», perché attendere «rigenera il desiderio e il desiderare ravviva l’attesa».

«È Lui il Desiderato che risponderà alle tue attese – continua il Vescovo –. Se ancora non ti colma come avresti bisogno, già senti che vuoi ringraziarlo perché c’è, perché viene, per l’attesa e il desiderio che di nuovo ha suscitato». E tutto ciò genera il bisogno di agire, perché «attendere grati non è star fermi, ma cominciare ad andare incontro».

Agire come forma di ringraziamento «compiendo le opere del Natale di Gesù e di chi vi fu coinvolto come Maria, Giuseppe, gli angeli, i pastori, i magi... Facendosi piccoli, umili, andando incontro, portandosi vicino, offrendo doni, tornando cambiati, accogliendo e cantando la pace… Come allora, così oggi». Il vescovo Cetoloni conclude augurando non solo Buon Natale, ma anche per ognuno la possibilità di trovare «spazi di silenzio, preghiera, ascolto dell’anima». Nell’ultima di copertina il vescovo propone anche una preghiera, che invita a recitare insieme prima di iniziare il pranzo di Natale.