Grosseto, 22 aprile 2014 - DOVEVA servire a rasserenare gli animi, e invece ha rinfocolato la rabbia dei cittadini l’incontro tra l’amministrazione comunale e una delegazione di residenti di via Repubblica di San Marino. Sul piede di guerra dopo aver scoperto che il progetto per la realizzazione di un’area da adibire a pubblici spettacoli — proprio davanti alle loro case — sta andando avanti nonostante le rassicurazioni (verbali) ricevute nel 2011 dal vicesindaco Paolo Borghi. Ad alimentare la protesta, non solo l’assenza del sindaco Emilio Bonifazi, che si era detto disponibile a un incontro con i residenti, ma anche «nuove ipotesi» sul futuro dell’area, dove le ruspe divorano giorno dopo giorno metri di verde e i camion scaricano quintali di terriccio, a seppellire quel che resta di un polmone cittadino.

 

«Dopo essersi dichiarato disponibile a un incontro con gli abitanti di via Repubblica di San Marino, il sindaco ha disertato l’appuntamento fissato parecchi giorni prima dalla sua segretaria — tuona Mauro Lenzi, che assieme a una decina di residenti ha partecipato all’incontro —. Al suo posto ha mandato l’assessore Giancarlo Tei e un architetto del Comune che, nel tentativo di rassicurarci, hanno suscitato nuovi timori sulla futura destinazione dell’area. Sembra infatti tramontata l’ipotesi di spostare di fronte alle nostre case l’area degli spettacoli itineranti, che resterà in piazza Barsanti perché non ci sarebbero i soldi per realizzare lì il museo degli Etruschi. Ma in compenso ci faranno le baracche per gli artisti o in alternativa un’area della Protezione civile. In questo modo passeremmo dalla padella alla brace, anzitutto perché le baracche sarebbero permanenti e non temporanee come i circhi, e poi c’è il timore che alla prima emergenza migranti la Protezione civile possa usare quegli spazi per accamparvi i profughi». Lenzi non fa in tempo a tirare le somme sull’incontro con Tei che un gruppo di residenti della zona si unisce alla sua protesta.

 


«Dobbiamo tenere alta l’attenzione sul problema — avverte Isabella Migliaccio —. Questa zona è un gioiellino e la gente che ci abita non merita tutto ciò, prima ci tolgono il verde poi pensano di portarci spettacoli o baracche che sia. Nessuna delle due scelte ci sta bene e vorremmo poterne discutere con l’amministrazione piuttosto che vederci calata dall’alto una progettazione poco rispettosa dell’area e dei suoi abitanti. Una volta distrutto il verde, non si può tornare indietro, ci vogliono anni per far crescere gli alberi e in poco tempo stanno cancellando tutto». Esasperato anche Danilo Perfetti, che da casa sua vede le ruspe divorare quel che resta del verde. «Hanno realizzato la strada e la rotatoria proprio a ridosso della mia abitazione, e se pensano di risolvere il problema mettendoci le barriere antirumore si sbagliano proprio, perché sarebbe come togliermi l’aria».


LA PIÙ agguerrita è Natalina Carpino: «Se vengono a montare le barriere ci piazzeremo in strada e glielo impediremo. Devono trovare altre soluzioni per non danneggiare irrimediabilmente questa zona residenziale. Tutto il verde che c’è qui lo abbiamo messo noi — prosegue Carpino — sono giardini privati, il Comune non ha piantato un fiore in questa zona che è la meno verde di tutta Grosseto». E a riprova di ciò i residenti esibiscono la mappa dell’area, dove predominano il colore viola e il giallo-marroncino. «Nel piazzale di via Germania — incalza Ivaldo Borgognoli — stanno realizzando un’altra rotatoria che toglierà un’altra fetta di verde pubblico. Di fronte ai due cipressi piantati per ricordare l’11 settembre hanno già divelto lampioni e panchine, spazzando via un’area verde dove gli anziani trascorrevano il pomeriggio. In questa zona ci sono più rotatorie che nell’intera città di Grosseto, sembra un paradosso. Il verde che stanno togliendo in questa zona — conclude Borgognoli — ce lo devono restituire».
 

 

GLI FA ECO Annamaria Vannetti: «L’amministrazione comunale chiede rispetto per l’ambiente ma è la prima a non rispettare le aree verdi e a cancellarle col cemento». E Rino Tagliaferri, che aveva scelto questa zona come oasi di verde dove mettere radici, incalza: «Quello dell’amministrazione è un progetto non condivisibile in alcun mondo. Qui alla Cittadella c’è un’evidente sproporzione tra aree verdi e zone asfaltate, come se fossimo residenti di serie B. Il sindaco dovrebbe spiegarci perché questa somma di scelte sbagliate debba ricadere sul Commendone». Ed è proprio questa l’intenzione dei residenti: chiedere un incontro pubblico con Bonifazi per fare chiarezza, una volta per tutte, sul futuro della zona. E magari trovare un’intesa. «A questo punto — conclude Mauro Lenzi facendosi portavoce delle istanze dei residenti — chiediamo un’assemblea pubblico col sindaco e con chi segue il progetto. Credo che, da cittadini e soprattutto da residenti della zona interessata dai lavori, abbiamo tutto il diritto di essere informati e conoscere nei dettagli il progetto. Senza più false promesse e impegni non mantenuti. E stavolta non tollereremo l’assenza del primo cittadino». Per i residenti di via Repubblica di San Marino il tempo della pazienza sembra finito.
Agata Finocchiaro