di CRISTINA RUFINI

Grosseto, 16 marzo 2014 - Lo hanno buttato via come un rifiuto. Prima lo hanno scuoiato e poi hanno gettato la pelliccia in un cassonetto dei rifiuti organici nella centralissima via Buozzi. In città. Sì, proprio a Grosseto. Un cane, un ibrido di lupo forse. Difficile con quei poveri resti avere al momento la certezza di quale animale sia stato trattato come spazzatura. Chi ci ha avvertito non voleva credere ai propri occhi quando ha sollevato il coperchio.

«Non ho mai visto niente di simile in vita mia — ci ha raccontato incredulo mentre attendeva il dipendente del servizio veterinario dell’Asl — Sapevo che sparivano i gatti, anche qui intorno, ma non avrei mai creduto di trovarmi davanti a qualcosa di simile».

Nessuno. Anche l’impiegato dell’Asl e quello della ditta che si occupa di recuperare le carcasse di animali morti non avevano mai assistito a uno scempio simile. Ciò che è rimasto della bestia è stato messo in un sacco dell’immondizia per essere trasferito all’istituto zooprofilattico per essere sottoposto ad analisi più approfondite. «Difficile poter dire con certezza a chi sia appartenuta questa pelliccia — ha continuato l’impiegato dell’azienda sanitaria — Mancano anche le zampe». Già. Amputate per fare in modo, probabilmente, di non riuscire a risalire subito al tipo di animale.

Erano le 11.30 circa di ieri quando il grossetano ha alzato il coperchio di quel piccolo bidone marrone, stretto tra due enormi cassonetti dell’indifferenziato che si trovano lungo via Buozzi, proprio davanti a un’enorme villa bianca. Ha dovuto guardare più di una volta dentro per essere sicuro di non sbagliarsi. Il suo pensiero è subito andato a un povero cane, anche se, senza testa e corpo, era difficile poterne essere sicuri. A quel punto, ha allertato la Polizia Municipale.

Da qui è scattata la segnalazione al servizio veterinario dell’azienda sanitarie che dopo circa venti minuti ha portato al recupero dei resti dell’animale. «Dobbiamo attendere lunedì — ha concluso l’addetto dell’Asl — per capirci qualcosa di più». Nel frattempo non resta che chiederci come sia possibile essere giunti a questi livelli di ferocia. In Maremma, ultimamente, sono stati registrati numerosi casi di lupi o ibridi uccisi. Dieci solo se partiamo da novembre scorso. Ma qui una spiegazione c’è — non volendo assolutamente con questo giustificare alcun comportamento — ed è l’acceso «braccio di ferro» degli allevatori con le istituzioni colpevoli di non fare abbastanza per individuare misure a protezione delle greggi.

Una accesa battaglia cui si sono aggiunti dall’inizio dell’anno anche gli animalisti, stanchi di vedere carcasse di lupi uccisi lasciate in mezzo alle piazze come monito, quando addirittura non è stata lasciata la testa di un lupo impalata alle porte di Scansano. Ma qui non sappiamo proprio dove guardare. Dove cercare indizi per spiegare la disumanità.

Sarà difficile risalire a chi ha gettato quella pelliccia appena scuoita in un bidone della spazzatura. A meno che — essendo di fronte a molte abitazioni — qualcuno non abbia visto qualcosa. Notato persone aggirarsi in quella zona. Ma, soprattutto, che fine ha fatto il corpo della povera bestiola? Dove è stato gettato, se è stato buttato da qualce parte. Perché qualcuno ha dovuto togliere la pelliccia? Domande cui nei prossimi giorni gli «addetti ai lavori» cercheranno di dare risposte. Viene solo da domandarsi, dopo avere assistito all’intera scena, se vogliamo accettare le risposte. Se siamo in grado di accoglierle. Di accettare che in un sabato mattina qualunque, in un cassonetto lungo una via del centro della città — al massimo «famosa» per essere una delle strade del quadrilatero del sesso — possa capitare di alzare il coperchio e trovare la pelliccia di un animale scuoiato.